Si è svolto ieri a Catania, presso l’NH Hotel Parco degli Aragonesi, il primo appuntamento del programma “La sfida della sostenibilità – Stakeholders a confronto”, organizzato da Manageritalia Sicilia. Con oltre 120 partecipanti tra rappresentanti istituzionali, imprenditori e giovani universitari, l’evento dal titolo “Verso un futuro sostenibile” ha inaugurato un ciclo di incontri in cinque […]
Enrico La Loggia è il nuovo presidente della Commissione paritetica Stato-Regione per le norme di attuazione dello Statuto autonomistico siciliano. La Loggia, docente universitario e avvocato, è stato parlamentare nazionale per cinque legislature e ha ricoperto anche il ruolo di ministro per gli Affari regionali. A designarlo quale componente della Commissione paritetica, insieme al professore Felice Giuffrè, docente di diritto costituzionale dell’università di Catania, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. In rappresentanza dello Stato, gli altri due membri – gli avvocati Lidia Dimasi e Rocco Bianco – sono stati indicati dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie Erika Stefani.
«L’elezione di Enrico La Loggia a presidente di un così importante organismo – evidenzia il governatore della Sicilia Musumeci – premia le competenze del giurista, ma rappresenta anche un riconoscimento a una Regione che lentamente si rialza e acquista buona reputazione. Alla Paritetica porteremo, già dai prossimi giorni, alcuni temi prioritari del nostro programma di governo, in materia finanziaria e di riforme istituzionali e ordinamentali, rimasti per troppo tempo inevasi. Al neo presidente e a tutta la Commissione le congratulazioni e gli auguri di buon lavoro da parte del governo regionale».
La Commissione paritetica, composta da membri designati in misura uniforme dal governo centrale e dalla Regione – in Sicilia prevista dall’articolo 43 dello Statuto – ha il compito di proporre le norme per l’attuazione dello Statuto stesso. In tutte le ‘Regioni speciali’, infatti, la modifica delle norme di attuazione è il frutto di un consenso congiunto tra autorità centrale e regionale e non di un voto del parlamento italiano.