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Indagine condotta sui propri clienti italiani da Qonto traccia un quadro attuale del tasso di digitalizzazione tra le pmi italiane e, con un livello di dettaglio, anche di quelle della Sicilia.
Il quadro che emerge dall’analisi di Qonto – servizio finanziario 100% digitale che si rivolge esclusivamente a imprese e professionisti – evidenzia in Sicilia un tessuto imprenditoriale fatto soprattutto di piccole imprese. Per il 95% si tratta di aziende composte da meno di 10 persone tra titolare e dipendenti, dove la spinta alla digitalizzazione è inevitabilmente – nell’81% dei casi – nelle mani dell’imprenditore o dell’Amministratore Delegato, costantemente alla ricerca di strumenti in grado di fornire un supporto concreto all’ottimizzazione della gestione quotidiana e alla semplificazione dei processi aziendali.
Il 60% delle imprese intervistate in Sicilia ha una percezione molto alta del proprio livello di digitalizzazione, al di sopra del dato nazionale (56%). La digital perception è più alta tra le aziende del settore Informatico e telecomunicazioni, seguite da quelle del settore della ristorazione e dell’immobiliare, tra le quali il 67% si attribuisce i valori più alti della scala. Le imprese edili invece si reputano poco digitalizzate (addirittura, il 33% si auto posiziona sui gradini più bassi della scala proposta), così come le imprese del commercio e della grande distribuzione, che al contrario di quanto emerge dall’indagine realizzata a livello nazionale, si reputano molto digitalizzate soltanto nel 40% dei casi (a livello nazionale 50%).
Su una cosa però tutti concordano: la valutazione del proprio livello di digitalizzazione è pari o superiore (per l’81% del campione) a quella del proprio settore di appartenenza (è superiore per il 42% del campione).
Ma quanto, le imprese siciliane, utilizzano al proprio interno gli strumenti digitali che il mercato mette a disposizione? L’81% dichiara di farne grande uso – un dato leggermente sopra la media italiana, che si attesta al 78%; a privilegiarli sempre è il 30% del campione siciliano, un dato però inferiore a quanto dichiarato a livello italiano (40%).
Se analizziamo invece quali sono i settori che utilizzano maggiormente questi strumenti, notiamo che, nonostante i ristoratori abbiano un alto livello di considerazione del proprio livello di digitalizzazione, solo il 33% di loro dichiara di privilegiarli sempre, a differenza del dato italiano che è quasi il doppio: 65%. Al contrario, nonostante il livello di digital perception molto basso, ben il 78% delle imprese del settore dell’edilizia dichiara di usare molti strumenti digitali (il dato nazionale si ferma al 60%).
In generale, gli strumenti digitali che vengono maggiormente utilizzati nelle aziende siciliane intervistate sono i servizi finanziari (ritenuti tra i più importanti dal 60% del campione), i software gestionali (37%) e i programmi di marketing (34%). Con particolare riferimento alla gestione finanziaria, il campione siciliano ha dichiarato che, negli ultimi 12 mesi, la propria impresa ha: aperto un conto business online come Qonto (47%), fatto più pagamenti online (40%) e utilizzato maggiormente la carta rispetto ai contanti (35%).
Gli investimenti in digitalizzazione
A livello di investimenti, scopriamo che nel 2020 il 33% delle imprese siciliane ha investito in digitalizzazione più del 10% del proprio budget, un dato inferiore rispetto a quanto dichiarato dalle aziende a livello nazionale, dove ad aver destinato più del 10% del proprio budget è stato il 41% delle imprese intervistate.
Le imprese edili sono tra quelle che hanno investito di più in digitalizzazione, nonostante abbiano una percezione di se stesse come poco digitali: l’11% di queste, infatti, ha destinato alla propria digitalizzazione più del 30% del proprio budget (rispetto al 3% a livello nazionale). Anche le imprese immobiliari hanno investito molto (il 33% ha destinato alla digitalizzazione oltre il 30% del budget, contro il 16% a livello nazionale). Più frenato il settore del commercio e della distribuzione, che nella stragrande maggioranza dei casi (l’80%) ha investito nella propria digitalizzazione meno del 5% del proprio budget.
Il 47% delle imprese intervistate ha dichiarato di aver impresso una vera e propria accelerazione al proprio percorso di digitalizzazione negli ultimi 12 mesi; a queste si affiancano però molti casi – più di quelli registrati a livello nazionale – nei quali tale processo è stato ostacolato per via delle difficoltà legate alla pandemia.
In linea con i risultati a livello nazionale, i servizi digitali più adottati nel 2020 dalle imprese siciliane oggetto dell’indagine di Qonto, si confermano essere quelli finanziari (scelti dal 55% delle aziende), seguiti da vicino da quelli di videoconferenza (50%) e dai servizi di messaggistica e chat (45%). Non hanno avuto invece particolare successo i software per la sicurezza: solo il 5% è ricorso a nuovi servizi digitali in questo ambito, contro il 10% a livello italiano.
Per il 2021, il 70% delle imprese siciliane prevede un maggior sviluppo digitale – un dato pari a quello ricavato a livello nazionale, anche se gli investimenti saranno più contenuti. Rispetto all’anno scorso, cala in modo sensibile (dal 33% al 26%) la percentuale di imprese che quest’anno destinerà più del 10% del proprio budget alla digitalizzazione: questo avverrà soprattutto nel settore immobiliare ed edile. Da segnalare anche che la percentuale di imprese che nell’anno in corso non prevedono alcun investimento sale di qualche punto percentuale (dal 5% del 2020 al 7%).
Tutto questo, nonostante siano chiari i rischi di una mancata digitalizzazione: perdita di competitività (indicata dal 30% del campione), maggiori costi di gestione (28%) e di ricavi (26%)
I servizi digitali che le imprese siciliane mirano ad implementare nel 2021 sono soprattutto quelli finanziari (20%), seguiti da quelli gestionali, di marketing e pubblicità, di e-commerce e messaggistica, tutti scelti dal 13% del campione.
“L’indagine condotta tra le pmi in Sicilia rivela un territorio ancora in bilico tra la spinta verso la digitalizzazione e il mantenimento di uno status quo. E’ ancora alta infatti – il 35% del campione – la percentuale di imprese che l’anno scorso non ha ritenuto necessario dotarsi di strumenti digitali, e questo nonostante in Sicilia ci siano davvero tanti settori che potrebbero beneficiare della digitalizzazione, sia in termini di organizzazione dei processi interni di lavoro che a livello di canali vendita e distribuzione dei propri prodotti e servizi.” commenta Mariano Spalletti, Country Manager di Qonto Italia. “Con la nostra offerta, dedicata in modo specifico alle PMI, vorremmo svelare a tutte le aziende le potenzialità del digitale e come l’avvio di un processo di digitalizzazione possa rappresentare un’opportunità concreta per risparmiare tempo e risorse preziose, che possono invece essere investite nello sviluppo e nella crescita del proprio core business”.