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Si comincia a mettere mano al progetto di un museo e un parco geominerario della pomice di Lipari. All’annuncio dato dalla Regione siciliana segue ora la disponibilità delle tre istituzioni che hanno promosso l’idea del parco per salvare la memoria e la tradizione di un’industria ormai scomparsa.
Andrea Cancellato presidente di Federculture, Antonio Calabrò presidente di Museimpresa e Franco Iseppi presidente del Touring Club Italiano riconoscono nell’orientamento della Regione “l’alta considerazione del valore di questo nuovo ‘museo d’impresa’ che nasce nella natura ed è frutto dell’operosità dell’uomo e dell’intraprendenza diffusa sul territorio”.
In questo modo, sostengono, viene rafforzata “l’offerta di turismo culturale di un’isola e un arcipelago già ricchi di storia millenaria e non a caso indicato dall’Unesco come patrimonio dell’umanità”. Questo messaggio è stato ora raccolto dalla Regione ma si pone il problema di preparare il progetto, che ha raccolto tante adesioni nel mondo culturale, con uno studio di fattibilità. Dovrebbe evidenziare, dicono le tre associazioni, “tanti nodi: cura scientifica, progetto architettonico e di allestimento, business plan per la sostenibilità economica, governance, connessioni con il territorio, integrazione dell’offerta turistica, comunicazione, marketing”.
Le tre istituzioni offrono quindi la disponibilità e l’impegno a “collaborare con la Regione siciliana e le autorità locali, per contribuire, con le proprie competenze, alla redazione dello studio di fattibilità, affinché il prima possibile si possa passare dalle parole, pur già importanti, ai fatti” con la creazione concreta del Museo della pomice.
L’industria della pomice è ferma da molti anni. La società che gestiva le cave e il trattamento del prodotto, destinato all’edilizia e all’industria cosmetica, è fallita. I capannoni e gli impianti sono in uno stato di abbandono. Parte delle strutture stanno per essere demolite e vendute come materiale metallico. (ANSA).