L’Unione Europea, con il Regolamento (UE) 2023/1115, è stata chiara: nessun prodotto legato alla deforestazione potrà più essere commercializzato nel mercato europeo. L’obiettivo è ambizioso: proteggere le foreste, combattere il cambiamento climatico e fermare un processo che, dal 1990, ha cancellato 420 milioni di ettari di boschi nel mondo. Una perdita che non è solo […]
Dal primo luglio entreranno in vigore le nuove norme dell’Ue sull’Iva. L’obiettivo di Bruxelles è in particolare “garantire maggiori condizioni di parità per tutte le imprese, semplificare il commercio elettronico transfrontaliero e introdurre maggiore trasparenza per i consumatori dell’Ue per quanto riguarda prezzi e scelte”.
Nel concreto, nel quadro del sistema vigente, le merci di valore inferiore a 22 euro importate nell’Ue da società non Ue sono esenti da Iva. A partire dal primo luglio, questa esenzione è abolita, per cui l’Iva sarà applicata su tutti i beni che entrano nell’Ue, al pari di quanto avviene per i beni venduti da imprese dell’Ue.
“Le ricerche e l’esperienza hanno dimostrato che l’esenzione è utilizzata in modo abusivo, in quanto alcuni venditori di Paesi terzi etichettano in modo non corretto le spedizioni di merci, ad esempio di smartphone, al fine di beneficiare dell’esenzione. Questa lacuna consente a queste imprese di praticare prezzi inferiori rispetto ai concorrenti dell’Ue e la frode costa al fisco dei Paesi dell’Ue circa 7 miliardi di euro all’anno, con un conseguente onere fiscale maggiore a carico degli altri contribuenti”, spiega la Commissione.
Inoltre, i venditori del commercio elettronico sono tenuti ad aprire una partita Iva in ciascuno Stato membro in cui realizzano un fatturato superiore ad una determinata soglia complessiva, che varia da Paese a Paese. Dal primo luglio le diverse soglie saranno sostituite da un’unica soglia comune Ue di 10 mila euro, al di sopra della quale l’Iva dovrà essere versata nello Stato membro in cui i beni sono consegnati.
Per facilitare la vita a queste imprese e semplificare notevolmente le vendite in altri Stati membri, i venditori online possono ora registrarsi su un portale elettronico, lo sportello unico (Oss), dove possono assolvere tutti gli obblighi Iva per le vendite in tutta l’Ue. Per i servizi elettronici venduti online la soglia di 10 mila euro si applica già dal 2019.
Anziché districarsi con procedure complicate in altri Paesi, possono registrarsi nel proprio Stato membro e nella propria lingua. Una volta registrato, il commerciante online può dichiarare e pagare l’Iva all’Oss per tutte le vendite realizzate nell’Ue mediante una dichiarazione trimestrale.
L’Oss si occuperà della trasmissione dell’Iva al rispettivo Stato membro. Nella stessa ottica, l’introduzione dello sportello unico per le importazioni (Ioss) consentirà ai venditori non Ue di registrarsi facilmente nell’Ue ai fini dell’Iva e garantirà che l’importo corretto dell’Iva sia trasferito allo Stato membro in cui l’imposta è effettivamente dovuta.
Per i consumatori ciò significa molta più trasparenza: per gli acquisti da un venditore o su una piattaforma non Ue registrati presso l’Oss, l’Iva dovrebbe essere compresa nel prezzo pagato al venditore. Stop quindi alle telefonate delle dogane o i pagamenti supplementari al corriere al momento della consegna delle merci nel Paese dell’acquirente, in quanto l’Iva sarà già stata pagata.