L’Unione Europea, con il Regolamento (UE) 2023/1115, è stata chiara: nessun prodotto legato alla deforestazione potrà più essere commercializzato nel mercato europeo. L’obiettivo è ambizioso: proteggere le foreste, combattere il cambiamento climatico e fermare un processo che, dal 1990, ha cancellato 420 milioni di ettari di boschi nel mondo. Una perdita che non è solo […]
Il report Netcomm Focus Digital Payments mette in luce un fenomeno in crescita: la digitalizzazione delle transazioni e il crescente utilizzo di carte digitali e wallet da parte degli italiani che acquistano sul web. In particolare le carte come Postepay sono utilizzate nell’83 per cento delle transazioni, mentre la quota dei wallet digitali come PayPal supera il 23,5 per cento.
Perde punti il contante, a fronte di uno slancio del commercio elettronico di beni e servizi, per cui è previsto, nel 2022, un balzo in avanti del 14 per cento e un volume d’affari di quasi 46 miliardi di euro.
Sembra dunque che gli italiani stiano prendendo confidenza con i nuovi metodi di pagamento. La resistenza iniziale rispetto all’uso di carte prepagate e wallet digitali – i portafogli elettronici come PayPal, Skrill e Neteller – ha trovato un’apertura durante il lockdown, con un +40% di transazioni online nel 2020, secondo Bankitalia, ed è stata sostenuta da incentivi statali come il cashback di Stato.
Il fenomeno della digitalizzazione dei pagamenti era però già in atto dal periodo pre-Covid, connesso ai vantaggi tipici di e-wallet e carte prepagate. Già il più famoso portafoglio elettronico virtuale, PayPal, esordito nel 1999, si era imposto, fin dalla sua nascita, come metodo prediletto dagli acquirenti virtuali, con oltre 7 milioni di account attivi in Italia. I punti di forza dei wallet sono i costi contenuti di transazione, la velocità dei trasferimenti, ma anche la semplicità d’uso. Basta infatti digitare un indirizzo e-mail connesso al conto per pagare senza divulgare dati personali o bancari.
A fare la differenza è però anche la componente “sicurezza”, dai sistemi di protezione dalle frodi alla crittografia dei dati, fino a una verifica di autorizzazione per attività “speciali” quali il trading, il gioco legale a distanza nel caso dei casino che accettano PayPal, i servizi di streaming, le piattaforme di incontri online o per adulti, il brokeraggio, la vendita di azioni, le criptovalute.
Queste garanzie hanno trovato riscontro anche nel campo dei pagamenti verso la pubblica amministrazione, dopo che, tramite PagoPA, il wallet è stato inserito tra i sistemi accettati, includendo anche il servizio aggiuntivo della rateizzazione di utenze e bollette.
Ottime prestazioni e riscontri di adesione anche per le carte prepagate, come Hype, Revolut, Postepay, che mettono al sicuro dal rischio di frodi, perché non prevedono un fido, e funzionano solo con l’ammontare di importo ricaricato. Tra gli altri vantaggi delle prepagate rientrano, a seconda della tipologia, i bassi costi dei canoni, che il più delle volte sono gratis, e la comodità di ricarica, anche in tabaccheria.
A completare il quadro della digitalizzazione “cashless” dei pagamenti, – grazie anche alla diffusione, oltre che delle carte, delle app, degli smartphone e degli smartwatch – c’è anche il boom di utilizzo dei sistemi contactless.
Bene soprattutto i dati delle regioni del Sud, che vedono la Sicilia a quota 72,5 per cento per l’uso dei metodi cashless.
Le migliori prestazioni nella regione, secondo l’Osservatorio SumUp, si sono ottenute a Trapani, Enna e Palermo, con percentuali che vanno dal 73,4 a oltre il 74 per cento.