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Baccei contro Zingale (Corte dei conti): “Nessun pericolo default per la Regione siciliana”

“Rimane in definitiva escluso qualsiasi rischio fallimento. La Regione siciliana non è mai stata così lontana da un ipotetico default che deve essere inteso come incapacità dell’ente di far fronte alle funzioni ed ai servizi indispensabili e quindi di far fronte al pagamento degli stipendi e agli oneri del debito: si consideri che la liquidità mensile media della Regione Siciliana si assesta a circa 1.000 milioni a fronte di pagamenti mensili per stipendi e accantonamenti per il Servizio del Debito pari a circa 500 milioni “. Potrebbero bastare queste parole dell’assessore all’Economia Alessandro Baccei a dare il senso della lunga smentita che ha licenziato oggi pomeriggio e indirizzata al procuratore della Corte dei conti siciliana Pino Zingale. Un messaggio per il magistrato contabile, che non si rassegna e non accetta la parifica del Bilancio 2016 della Regione siciliana fino ad annunciarne l’impugnativa. E un messaggio a chi continua a mettere in dubbio la solidità dei conti della Regione che, dice Baccei, “Ha sempre onorato i propri impegni, pagato gli stipendi, le rate dei mutui, la spesa sanitaria e le altre spese obbligatorie anche in anni in cui non poteva contare su risorse finanziarie stabili”.

Baccei è chiaro e rivendica il lavoro fatto sin qui: “Ultimamente la Regione ha ridotto drasticamente i tempi di pagamento, ha una disponibilità di cassa che sostanzialmente copre l’importo dei residui passivi (al contrario del passato) e le Agenzie di Rating hanno confermato, anche per il 2016, dopo accurata analisi dei bilanci e del contesto, il loro giudizio con outlook stabile – dice l’assessore -. Si aggiunga che già la gestione dei fondi regionali ha chiuso con un avanzo di competenza di 65 milioni nel 2015 e di oltre 200 milioni nel 2016, a conferma della solidità dei conti. Oggi, grazie all’opera di pulizia dei conti e del contenimento della spesa pubblica che questo Governo ha faticosamente realizzato e dei quali si dà atto nella medesima intervista, è stato possibile assicurare stabili risorse aggiuntive per circa 2 miliardi di euro, e questo, unitamente all’inversione di tendenza del Pil registrata a partire dal 2015, consente di guardare al futuro sicuramente con maggiore fiducia, serenità e ottimismo”.  Ma non basta perché l’assessore contesta punto per punto alcune dichiarazioni di Zingale e lo fa con una nota tecnica che punta a sgomberare il campo una volta per tutte. Quattro le questioni.

1) L’effettività di alcune coperture del disavanzo riguardanti in particolare: a. I meccanismi di sterilizzazioni sulle anticipazioni di liquidità e conseguentemente l’entità dell’indebitamento b. L’eccedenza dei residui attivi reimputati 2) L’insufficiente dotazione del Fondo per i rischi dei derivati 3) L’insufficiente dotazione del Fondo rischi per contenzioso

La prima, relativa all’effettività di alcune coperture, la questione si riferisce alle anticipazioni di liquidità cui la Regione ha fatto ricorso per effetto del DL 35/2011.
“Come ampiamente rappresentato nelle memorie depositate in udienza – scrive Baccei -, la Regione ha effettuato le contabilizzazioni dei meccanismi di sterilizzazione delle anticipazioni di liquidità nel rispetto delle disposizioni normative di cui alla legge dello Stato n. 208/2016 e seguendo pedissequamente le istruzioni della Ragioneria generale dello Stato. La legge di bilancio che autorizzava tali modalità di contabilizzazione non è stata oggetto di impugnativa da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nsullo specifico tema è stato posto alcun rilievo da parte del Ministero dell’Economia nel corso dell’istruttoria ai fini della valutazione della legittimità costituzionale della legge di bilancio.  Una eventuale diversa valutazione da parte della Corte Costituzionale sulla norme che prevedono tali meccanismi di sterilizzazione, che non riguardano solo la Regione Siciliana ma sono applicati in maniera uniforme da tutte le Regioni, determinerebbe la indefettibile necessità di praticare una modalità alternativa di contabilizzazione attraverso il ripristino delle coperture pluriennali dei disavanzi con fondi regionali nella misura prevista precedentemente.  A livello regionale, dunque, non si rileva alcun rischio “serissimo” per la Regione Siciliana, che, nel caso estremo di una pronuncia di incostituzionalità delle previsioni della legge statale n. 208/2016, sarebbe tenuta, al pari delle altre Regioni, a rateizzare in trenta anni l’importo della sterilizzazione, attraverso l’appostamento di risorse annue sul bilancio regionale per circa 70/80 milioni di euro. Per quanto riguarda il livello di indebitamento, si precisa che il limite dello stesso, determinato ai sensi della normativa vigente (art.62, c.6 del D.Lgs.n.118/2011 e s.m.i.), è ampiamente rispettato sia in sede di rendiconto 2016 sia anche in sede prospettica nel bilancio di previsione 2017/2019, anche considerando le rate delle anticipazioni di liquidità di cui al D.L. 35/2011”.

La seconda questione riguarda le eccedenze di residui attivi da eliminare: “E’ doveroso chiarire – scrive ancora l’assessore all’Economia – che tali eccedenze sono destinate al ripiano dei disavanzi in attuazione delle disposizioni del decreto legislativo 118/2013, il nuovo regolamento di contabilità che si applica a tutte le amministrazioni pubbliche, a regime a decorrere dal 2016. La nuova disciplina, che ha consentito una straordinaria operazione di pulizia dei bilanci, ha imposto una dettagliata analisi di tutte le poste pregresse per mantenere soltanto quelle per le quali sussisteva un effettivo credito o una effettiva obbligazione. Le eccedenze di residui attivi sono appunto il frutto delle risultanze di tale analisi che ha evidenziato complessivamente maggiori crediti rispetto ai debiti. Secondo le disposizioni del decreto legislativo 118 questa eccedenza non può essere utilizzata per finanziare nuova spesa ma può essere destinata al ripiano del disavanzo. Anche in questo caso, dunque, si sono applicate le disposizioni statali e comunque, prudenzialmente, proprio per far fronte al rischio connesso all’effettiva possibilità di riscossione di tutti i residui attivi, sono state previste, anche con l’ultima legge di stabilità, coperture di importo significativamente superiore rispetto al disavanzo (oltre 7,5 miliardi a fronte di 6,1 miliardi di disavanzo). In sostanza è come se si fosse creato un fondo rischi di circa il 70% del valore dei residui attivi reimputati. Anche in questo caso i rischi sono bassissimi”.

Altro punto quello relativo all’ insufficiente dotazione del Fondo per i rischi dei derivati: “Come si è avuto modo di rappresentare nelle memorie depositate ai fini del giudizio di parificazione – dice Baccei –  a fronte della quantificazione astratta del rischio potenziale sui contratti derivati di circa 70 milioni di euro, è stata prevista una dotazione dell’apposito Fondo rischi pari a circa 20,5 milioni di euro, (cui devono aggiungersi le quote previste quali rate annuali di 9,7 milioni per l’anno 2017). Tale importo è stato considerato congruo per una serie di considerazioni sulle situazioni di rischio esistenti in concreto, quali il rating stabile, l’opera compiuta di risanamento del bilancio regionale, le prospettive di miglioramento generale dell’economia, che in effetti riducono al massimo il rischio di richieste di estinzione anticipata dei contratti derivati in essere.
In proposito va sottolineato che, a fronte delle richieste della Procura, le Sezioni Riunite della Corte dei Conti non hanno chiesto di modificare l’approccio adottato dalla Regione”.
E infine il quarto punto relativo all’insufficiente dotazione del Fondo rischi per contenzioso: “Come già illustrato – conclude l’assessore all’Economia – nelle memorie depositate ai fini del giudizio di parificazione, una apposita ricognizione del contenzioso esistente presso l’intera Amministrazione Regionale è stata realizzata in sede di predisposizione del bilancio 2017/2019. Rispetto al totale di euro 207.104.341,38 complessivi risultante dalla rilevazione, è stato ritenuto congruo un accantonamento prudenziale di 103.553.000 euro pari al 50% del totale, in considerazione di una serie di elementi, sostanzialmente riferiti all’improbabile verificarsi congiunto di effetti negativi dei contenziosi nella misura massima (tutti sfavorevoli, tutti nello stesso anno e tutti per gli importi massimi rilevati). La congruità della somma, peraltro, è confermata dal fatto che nel 2016 l’entità complessiva di tutti gli esborsi derivanti da contenziosi a risulta pari a circa il 40% della somma di 103.553.000 euro accantonata. Nell’attuale prospettiva di miglioramento finanziario, sarebbe peraltro ingiustificata una immobilizzazione finanziaria maggiore di quanto possa stimarsi indispensabile. Infine, si precisa che il fondo per la copertura delle perdite delle società partecipate, l’unica voce del bilancio giudicata irregolare nel giudizio di parificazione, è stato incrementato per 741.000 euro, adeguandolo alle prescrizioni della Corte dei Conti, in occasione della predisposizione del ddl per l’approvazione del rendiconto generale della Regione”.

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