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Dal 2016 la ricchezza offshore degli italiani è più che raddoppiata

L’evasione fiscale collegata ai conti offshore è da tempo una questione cruciale in tutto il mondo, con enormi impatti sull’economia globale e sulle finanze pubbliche dei paesi. Un recente studio condotto dall’Eu Tax Observatory, si legge su Openpolis, ha svelato dati stupefacenti che gettano luce su un fenomeno spesso nascosto ma di vasta portata.

Secondo le stime dell’Eu Tax Observatory, alla fine del 2022, circa 12mila miliardi di dollari erano depositati fuori dal paese di residenza dei proprietari. Questa cifra gigantesca rappresenta nientemeno che il 12% del Pil mondiale, mettendo in evidenza quanto sia diffusa questa pratica su scala globale. È importante notare che questa stima non include le proprietà materiali come oro, opere d’arte o case; si concentra invece sulle ricchezze finanziarie offshore.

Ancora più allarmante è il fatto che, secondo l’osservatorio, circa un quarto di queste immense ricchezze non viene tassato in alcun modo. Questo solleva importanti questioni riguardo all’equità fiscale e alla necessità di misure più efficaci per combattere l’evasione fiscale.

Il ruolo della Svizzera e l’evoluzione dell’evasione fiscale italiana

Un tempo, la Svizzera era uno dei principali centri per la ricchezza finanziaria offshore. Tuttavia, negli ultimi 15 anni, ha perso notevolmente importanza a favore soprattutto dei paradisi fiscali asiatici. Nonostante ciò, la Svizzera rimane il principale paradiso fiscale in Europa, con un incredibile totale di 2,6mila miliardi di dollari provenienti da cittadini non residenti. Al secondo posto tra i paesi europei c’è il Lussemburgo, con 629 miliardi.

Un focus particolare va all’Italia, la cui ricchezza finanziaria offshore è passata attraverso diverse fasi. Dopo picchi nel 2004 (190 miliardi di dollari) e nel 2007 (187 miliardi), c’è stato un progressivo calo. Tuttavia, a partire dal 2016, questa cifra è nuovamente aumentata, raggiungendo un altro picco nel 2021, con circa 208 miliardi di dollari. Il rapporto tra questa ricchezza offshore e il PIL italiano si attesta al 9,8% dal 2020, un aumento significativo rispetto agli anni precedenti.

In conclusione, questi dati sottolineano la complessità del problema dell’evasione fiscale su scala globale e in Europa. Evidenziano l’importanza di misure efficaci per combattere questo fenomeno, che ha un impatto diretto sulle risorse pubbliche e sull’equità fiscale. Resta da vedere come i paesi e le organizzazioni internazionali affronteranno questa sfida nei prossimi anni.

Offshore: dati interessanti dai paesi membri dell’Unione Europea

Nel contesto dell’Unione Europea, il fenomeno dell’evasione fiscale è altrettanto significativo. Per i 22 paesi membri per i quali sono disponibili dati (con l’eccezione di Cipro, Lussemburgo, Belgio e Austria, considerati paradisi fiscali, e Malta, di cui non sono disponibili dati), la cifra complessiva supera i 2mila miliardi di dollari.

Guardando ai dati per paese, emerge che la Francia è il paese dell’UE con la più consistente ricchezza finanziaria offshore nel 2022, con ben 545 miliardi di dollari. Seguono la Germania con 377 miliardi e l’Italia, che si posiziona al terzo posto con 198 miliardi. Tuttavia, è interessante notare che il rapporto tra questa ricchezza offshore e il prodotto interno lordo (PIL) varia significativamente da paese a paese. In questo senso, la Grecia è in testa con una percentuale sorprendente: la ricchezza offshore rappresenta il 64% del PIL greco, quasi il doppio rispetto alla Bulgaria, che si ferma al 37,1%.

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