“Togliere risorse all’agricoltura significa attentare allo sviluppo e alla crescita dell’economia europea, e purtroppo le strategie messe in atto nell’ambito della ridefinizione delle risorse per i prossimi sette anni, sembrano non cogliere le opportunità di un settore di importanza fondamentale per 12 milioni di aziende e terreni agricoli, e che rappresenta il 47% del territorio europeo e 22 milioni di agricoltori.”
Così l’europarlamentare del Ppe Giovanni La Via, nominato relatore della proposta legislativa sulla riforma della Pac per la commissione Envi, subito dopo il voto del report Dorfmann, la relazione di iniziativa sulla Pac, approvata con 468 voti a favore sui 680 espressi, che contiene la posizione del Parlamento in vista del pacchetto legislativo.
“Oggi – dice La Via – Ci siamo opposti con forza ad una possibile ri-nazionalizzazione della Pac, una proposta che rischia di neutralizzare una delle più importanti politiche sovranazionali dell’UE che necessita, al contrario, di interventi che possano garantire maggiore flessibilità e semplificazione, come più rapidi dovranno essere i pagamenti agli agricoltori. La proposta di rinazionalizzare il primo pilastro della PAC creerebbe inevitabili distorsioni tra i diversi Stati membri e, fatto ancor più grave, tra le diverse regioni. E’ necessario, invece, ripensare una Pac in vista delle sfide del futuro -commenta il politico siciliano – che ci chiamano a un impegno superiore rispetto a quanto fatto fino ad ora in favore di un settore deficitario e sofferente per alcuni aspetti, quali infrastrutture obsolete, volatilità dei prezzi, crisi economica, forme di concorrenza sleale, fattori climatici. Lo sforzo congiunto deve mirare al sostegno e alla difesa del reddito, in linea con una nuova architettura verde, con obiettivi ambientali più chiari. Gli agricoltori sono i soggetti che contribuiscono alla stabilità e al futuro delle regioni rurali dell’Ue e affrontano i rischi di mercato sotto il profilo economico, pertanto – spiega La Via – è agli agricoltori che i pagamenti diretti devono essere maggiormente destinati, favorendo le piccole e medie imprese, rispetto alle grandi multinazionali”, aggiunge l’eurodeputato, convinto che l’abbandono delle terre sia “un fenomeno devastante” sia per i danni al territorio, sia per la dispersione di tradizioni e di un’eredità di conoscenze e competenze a cui, dice, “bisogna con decisione contrapporre un energico piano di sviluppo, che trattenga i giovani nelle aziende di famiglia, e dia nuovi strumenti per investire in realtà produttive innovative e moderne, evitando la fuga verso altri paesi, verso altre attività. Grande attenzione – anticipa La Via – andrà poi rivolta agli accordi commerciali, e all’inserimento di clausole di reciprocità a difesa delle nostre produzioni. Ma adesso – conclude – aspettiamo la proposta legislativa, per vedere nero su bianco le proposte del Commissario Hogan, che sono certo terrà in considerazione le raccomandazioni approvate oggi dall’aula”.