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Agroalimentare, è nata la Consulta nazionale dei Distretti del Cibo

“Siamo riusciti a mettere al centro dell’attenzione della politica il ruolo centrale dei distretti  nella programmazione integrata territoriale e nella sfida della transizione verso un sistema agroalimentare sostenibile del nostro Paese. Ora dobbiamo concretizzare”. Così, ha esordito il neo presidente della neonata Consulta nazionale dei Distretti del Cibo, costituta ieri nella sede del Mipaaf, che ha patrocinato l’evento assieme alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e all’Anci. A salutare la nascita, anche il ministro alle Politiche Agricole, Stefano  Patuanelli e il sottosegretario Gian Marco Centinaio.

Agroalimentare,

“Noi crediamo fortemente nei distretti – ha detto il ministro – perché sono lo strumento maggiormente di prossimità, che consente ai sistemi produttivi italiani di adempiere alla sfida che l’agricoltura deve affrontare nell’immediato”.

“Non dobbiamo mai dimenticarci – ha sottolineato il sottosegretario Centinaio– che l’agroalimentare è anche un biglietto da visita del made in Italy nel mondo: l’export ha toccato quest’anno quota 50 miliardi di euro quando tre anni fa esultavamo per la quota di 43 miliardi”.

Erano presenti oggi il presidente Alessandro  Pacciani e il direttore Daniela Toccaceli del Centro studi GAIA, Accademia dei Georgofili; il prof. Carlo Hausmann. direttore Generale i Agro Camera, Roma; Vincenzo Lenucci, direttore Area politiche europee e centro studi Confagricoltura; Antonio Sposicchi, CIA-ANABIO, Alessandro  Apolito, Coldiretti; Stefano Locatelli, vicepresidente ANCI, Giorgio Mercuri presidente di Alleanza Cooperative, Fabio Del Bravo ISMEA servizi allo sviluppo rurale, Marina Cristina Di Domizio, Federalimentare e Cluster Agrifood, Roberto Bianchi, direttore Foragri. In video conferenza, Mauro Agnoletti, presidente Osservatorio Paesaggi Storici Rurali e l’on. Paolo De Castro, parlamentare Europeo. Oltre una sessantina di rappresentanti  dei distretti firmatari. “Abbiamo patrocinato l’evento –ha sottolineato il vicepresidente Anci, Locatelli – perché è fondamentale poter interloquire con un soggetto unico”.

Il consiglio direttivo della Consulta è composto da: Angelo Barone presidente (Distretto delle Filiere e dei Territori di Sicilia in Rete); Roberto Belli (Distretto Salumi Dop Piacentini) e Ignazio Garau (Distretto Bio Slow delle Puglie)  vice presidenti, Fabio Fabbri (Distretto Val D’Arno Superiore) Gianni Capalbi (Distretto Rurale Colline e Montagne Materane) Fernando De Marchis (Distretto Agroalimentare di Qualità dell’Ortofrutta Agro Pontino), Gianpaolo Bilato (Distretto Latte Lombardo), Giuseppe Oddo (Sikania Distretto del Cibo Biomediterraneo), Federica Argentati( Distretto Agrumi di Sicilia).

Sono 28 i Distretti del Cibo fondatori che con la sottoscrizione oggi  dello  statuto hanno espresso la necessità di fare rete, rafforzare la capacità progettuale e di iniziativa dei territori per una migliore gestione delle risorse disponibili.

“Siamo solo all’inizio, c’è molto lavoro da fare”, ha detto  Barone. Tra gli obiettivi, la Consulta si propone di interloquire con le istituzioni, enti economici e sociali; promuovere leggi e finanziamenti che ne garantiscano lo sviluppo; creare sinergie con il mondo accademico; contribuire alla crescita sostenibile dei territori: La Consulta fa proprie le indicazioni delle istituzioni internazionali e nazionali come l’Agenda 2030 e la strategia Farm to Fork, che è al centro del Green Deal europeo.  

Il territorio, il cibo, l’agricoltura, le zone rurali svolgono oggi un ruolo che va molto al di là dell’accezione di settore produttivo convenzionale: significano ospitalità turistica, esprimono marchi di fama internazionale, implicano un’attenta gestione del territorio, del paesaggio, dell’ambiente, la salvaguardia dell’ecosistema e di risorse preziose come l’acqua e l’aria, indicano nuove possibilità di approvvigionamento di energia, possono fornire materie prime ecosostenibili per altri settori produttivi sono l’emblema di una corretta e sana alimentazione.

Ad oggi sono 20 i Contratti di distretto, valutati ammissibili al finanziamento con progetti immediatamente cantierabili, pronti a partire, per un totale di investimenti pere 315 milioni di euro.

Inizialmente il Mipaaf aveva stanziato 25 milioni di  euro, assai insufficienti rispetto alla richiesta complessiva. “Apprezziamo che il MIPAAF abbia posto nella legge di bilancio 120 milioni di euro per i distretti del cibo”,  ha ricordato  Barone che ha aggiunto come il primo atto ufficiale della Consulta sarà inviare la richiesta ufficiale al  Mipaaf di un ulteriore emendamento per integrare le risorse necessarie per finanziare tutti i progetti ammessi”. “Attivare Questi 20 programmi di sviluppo sarebbe un importante segnale di ripartenza immediata del settore agroalimentareha aggiunto– ma occorre avere una strategia condivisa per utilizzare al meglio sia le risorse del PNNR che della PAC”.

Nelle linee programmatiche del MIPAAF, i contratti di distretto e di filiera sono già riconosciuti strategici per lo sviluppo dell’intero settore e che nella ripartizione del Fondo Complementare al PNRR siano stati destinati al MIPAAF 1 miliardo e 203 milioni di euro, per i settori agroalimentare, pesca, floricoltura e vivaismo.

“C’è un Pnrr da sfruttare al meglio una nuova Pac da inserire nelle politiche di gestione delle risorse – ha ribadito il ministro – i fondi che abbiamo stanziato siamo tenuti a spenderli dove c’è volontà e possibilità di investimento”.  “I distretti –ha osservato il sottosegretario  Centinaio – sono centrali per questo cercheremo di aggiungere altri fondi ai 120 milioni previsti dalla legge di bilancio”. Da Bruxelles è intervenuto anche l’eurodeputato, Paolo De Castro. “I fondi che arriveranno dalla PAC saranno attorno ai 51 miliardi di euro, gli stessi che arrivarono per il periodo 2014-2020. Bisogna subito organizzare l’investimento delle risorse tra rischio per le imprese, aiuti ai giovani e assicurazioni sulle calamità naturali”.

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