L’Unione Europea, con il Regolamento (UE) 2023/1115, è stata chiara: nessun prodotto legato alla deforestazione potrà più essere commercializzato nel mercato europeo. L’obiettivo è ambizioso: proteggere le foreste, combattere il cambiamento climatico e fermare un processo che, dal 1990, ha cancellato 420 milioni di ettari di boschi nel mondo. Una perdita che non è solo […]
La strategia nazionale per le aree interne (Snai) va avanti, ma ci sono alcune criticità. Sono state illustrate nel corso dell’incontro con il ministro per il Sud, Barbara Lezzi e i sindaci del comitato di pilotaggio della Federazione delle aree interne. Secondo gli amministratori servono “Semplificazione, accelerazione e continuità”. Durante l’incontro sono emerse anche criticità che ritardano l’avanzamento della SNAI sia dal punto di vista delle azioni che da quello finanziario. In particolare è stato evidenziato che lo strumento APQ è lento, specie in quei territori non adeguatamente supportati a costruire progetti ben strutturati, ma soprattutto i tempi dei Ministeri ed altri Enti coinvolti sono troppo lunghi, in particolare per quanto riguarda il MIUR. Negli ultimi otto mesi, sostengono i sindaci si è comunque realizzato “un forte consolidamento della strategia” che ha determinato la chiusura di 40 strategie e 18 apq (già firmati o in corso di firma) per un totale di circa 600 milioni di euro ai quali si devono aggiungere anche le risorse private. “E’ indispensabile semplificare e accelerare – ha affermato il Ministro Lezzi – perché i territori si aspettano azioni concrete che diano visibilità ai risultati conseguiti; dobbiamo ridurre i tempi”. Il Ministro ha assicurato che a breve sarà fatto un tagliando alle procedure cercando di semplificare alcuni passaggi. “Quella delle aree interne – hanno aggiunto i sindaci – è una sfida difficile e complessa ma affascinante e coinvolgente che vede impegnati Sindaci, amministratori, cittadini e imprenditori, operatori della sanità, della scuola e dei trasporti, studenti rappresentanti dei lavoratori e, in generale tutta la collettività. Ci rendiamo conto che il numero dei cittadini coinvolti non è paragonabile a quelli dei grandi centri urbani ma non siamo cittadini di serie B anche perché ci occupiamo della gestione attiva dei 2/3 del territorio nazionale e forniamo una grande quantità di servizi ecosistemici fondamentali per la sopravvivenza dell’intero Paese. Per le motivazioni sinteticamente espresse chiediamo al Ministro di continuare a credere nella SNAI proprio nel momento in cui si cominciano a cogliere i risultati concreti continuando ad assicurare un team e un coordinamento autorevole e profondo conoscitore delle problematiche che hanno contribuito in modo determinante a chiudere la Strategie locali ”. Il Ministro ha dichiarato che intende dare continuità al processo in atto e all’intera politica per le Aree Interne anche alla luce della riserva finanziaria che l’Unione Europea ha deciso di dedicare a queste Aree.
I Sindaci hanno invitato il Ministro a partecipare alle iniziative della Federazione. Il prossimo evento si prevede alla fine di settembre presso l’Area interna Basso Sangro Trigno per il quinto incontro di lavoro della Federazione e per il lancio del Nuovo Plesso del Basso Sangro.
LA STRATEGIA
La Strategia Nazionale delle Aree Interne ha diffuso un modo nuovo di affrontare le problematiche di tanti territori periferici e ultraperiferici, dal nord al sud Italia, che vede la partecipazione attiva dei cittadini alla discussione partendo dall’analisi dei punti critici fino alla definizione degli obiettivi e la progettazione di azioni concrete che possono contribuire a migliorare la situazione nell’ottica di ridurre lo spopolamento. La strategia nazionale è partita nel 2014 e in molte aree, dove sono stati firmati e avviati gli APQ, si cominciano a vedere alcuni risultati: laboratori scolastici, aule 3.0, nuove corse TPL che migliorano la mobilità con particolare riferimento anche alle scuole, micro-filiere rurali e processi di valorizzazione dei prodotti tipici, così come la messa a sistema di politiche turistiche integrate. In campo sanitario si stanno diffondendo nuove figure professionali, quali gli infermieri di Comunità e le ostetriche di Comunità. Da anni si parla di razionalizzazione di plessi scolastici così come di revisione degli indirizzi formativi; nelle Aree Interne, con coraggio ed attraverso processi di forte partecipazione, dal basso, si vogliono realizzare plessi scolastici unici che accolgono alunni che provengono da più comuni e si chiudono scuole vecchie, fatiscenti ed insicure (a rischio perenne di chiusura), grazie alla legge di bilancio 2018 o dei fondi Comunitari. Sulle Madonie il processo di recupero delle frammentazioni istituzionali ha consentito di dare vita alla più grande unione di comuni d’Italia e di trasferire ad essa la delega – da parte dei 21 comuni aderenti – di funzioni e di servizi importanti.