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Si chiama “super Ice” o “creamy ice” il nuovo tipo di ghiaccio innovativo sperimentato con successo che consente di aumentare di 12/15 giorni la “shel life” del pesce mantenendo tutte le caratteristiche del pescato fresco.
Lo annuncia con un comunicato il Distretto della Pesca e Crescita Blu di Mazara del Vallo.
E’ quanto emerge dalla sperimentazione in corso di un progetto che, finanziato con la misura FEAMP 1.26 – “Innovazione nel settore della pesca”, dal Dipartimento Regionale Pesca Mediterranea della Regione Sicilia, al Distretto della Pesca, che vede coinvolte più soggetti della filiera associati e coordinati dallo stesso in qualità di capofila.
“I prodotti ittici – ci dice Francesco Bertolino della cooperativa di ricerca biologica “Bio&Tec” che si occupa nel progetto dell’analisi e campionamento del prodotto – o dell’acquacoltura, appena pescati, vengono sistemati in vaschette di polistirene con aggiunta di “super ice” o “creamy ice”, un tipo di ghiaccio, potenziato con ozono, grazie ad una tecnologia inventata dalla MedicAir srl di Mazara, che consente non solo di abbattere la proliferazione della produzione della popolazione batterica, ma di conservare integre le caratteristiche di freschezza e presentabilità del prodotto, allungandone quindi la schelf life.”.
Per meglio evidenziarne l’efficacia dell’innovazione, in contemporanea è stato conservato il pescato nelle stesse vascette/contenitori di polistirene con il tradizionale ghiaccio a scaglie.
I risultati, già sperimentati su più specie di pescato (sardine, acciughe) proveniente o da pesca a circuizione con la motopesca “Stella II” della marineria di Sciacca o da acquacoltura (orate) dagli impianti dell’Ittica San Giorgio a Licata (AG), sono stati sorprendenti, perché il “Creamy Ice” determina un evidente effetto positivo sulla conservabilità e freschezza del prodotto sia in termini temporali che di mantenimento della qualità.
“Siamo particolarmente fieri di questo progetto; se i risultati preliminari verranno confermati – dichiara Nino Carlino, Presidente del Distretto – la pesca e l’acquacoltura potrebbero beneficiare di un innovativo sistema di conservazione in grado di tenere alta la qualità del pescato più a lungo, a vantaggio di tutti gli operatori della filiera ittica ma anche del consumatore finale al quale riusciremo a fornire un prodotto sempre fresco e con i valori organolettici inalterati. Naturalmente, sono in corso ulteriori verifiche scientifiche ma siamo ottimisti sull’esito finale di questa attività di ricerca.”.
Il progetto non è ancora concluso, infatti prosegue coinvolgendo altri soggetti delle marinerie della costa sud della Sicilia, da Capo Passero a Favignana, su altre specie ittiche come il gambero rosa o rosso, la triglia di fango, la spatola o altri prodotti proveniente dagli allevamenti dell’acquacoltura.
“Il Progetto – conclude il presidente del Distretto, Nino Carlino – vede coinvolto a pieno titolo, anche il Consorzio Universitario di Trapani che si occupa della validazione scientifica dei risultati ottenuti “.