Banca popolare di Ragusa, in assemblea arriva la protesta in gilet giallo
Il 25 percento dei soci della Banca Agricola popolare di Ragusa ha detto no al bilancio portato in assemblea dal Consiglio d’amministrazione. È un dato storico, è la prima volta che una assemblea dei soci si chiude con il dissenso così ampio da parte di alcuni soci. Che questa possibilità potesse verificarsi era nell’area dato che ormai da tempo un Comitato porta avanti la battaglia contro la classe dirigente dell’istituto di credito Ragusano rivendicando il diritto a poter rivendere le azioni alla banca stessa. Quanto la situazione fosse tesa lo si è capito dal cordone di forze dell’ordine che ha presidiato il Teatro Tenda di Ragusa che ha ospitato l’assemblea dei soci. Alla fine non si sono registrate azioni eclatanti, c’era un po’ di agitazione, ma è prevalso il buon senso. Tra le relazioni che hanno riscosso maggiore successo, quella del neurologo Francesco Iemolo che ha proposto al CDA di far diventare soci tutti gli azionisti della banca dando la possibilità così a tutti di essere maggiormente coinvolti nelle decisioni. Al termine dell’assemblea, presieduta dal presidente Arturo Schininà e il direttore generale Saverio Continella, in circa 500 hanno votato contro il bilancio presentato dal Consiglio d’amministrazione. Tanti adesso si aspettano che questo manifestato dissenso possa cambiare alcune dinamiche nel rapporto tra azionisti a banca agricola.
L’intervento di Salvatore Rando con il gilet giallo
Per Salvatore Rando, guida del comitato spontaneo dei risparmiatori e primo gilet giallo d’Italia – è stata “un’assemblea storica. Oltre 500 persone e tanti altri astenuti, hanno marcato la distanza con i vertici della Banca, che si fa forte del voto delle centinaia di dipendenti. É un fatto storico da quando è nato l’istituto, 130 anni fa, una misura elevata del dissenso che non può essere sottovalutato dalla dirigenza e che sottolinea anche la disperazione di tante famiglie del territorio”.
Inascoltati gli emendamenti proposti dai gilet gialli in assemblea: di ampliare il plafond messo a disposizione dalla banca per il riacquisto azioni proprie e di limitare “gli ampi poteri del cda”, introducendo l’obbligo di riferire a una rappresentanza degli azionisti nominati dagli azionisti stessi. Segno di aperture solo formali dei vertici della banca e volte a perdere ancora del tempo sulle spalle delle famiglie.
Nicoletta Santamaria, coordinatrice e portavoce del comitato, protagonista di numerosi tavoli anche al Mef, tavoli che ancora non hanno mosso alcuna soluzione concreta e soddisfacente per i risparmiatori, ha sottolineato il risultato ottenuto: “Non ci aspettavamo certo di essere la maggioranza, ma essere in più di 500 ha significato rappresentare il 25% di un’assemblea prima impenetrabile. Abbiamo dimostrato di non essere quattro scalmanati, e adesso la banca sa bene che, se non ci darà risposte sufficienti, alla prossima assemblea saremo migliaia, non più centinaia”.