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Da tempo la Fabi di Palermo denuncia una forte diffusione delle frodi informatiche che non conosce soste e colpisce sempre più i clienti delle banche, soprattutto gli utilizzatori di mezzi di pagamento elettronici e di mobile banking accessibili ormai anche tramite APP, tanto comode quanto, a volte, inconsapevolmente insidiose.
Ormai il fenomeno della digitalizzazione è sempre più massiccio e diffuso e, complice anche la pandemia Covid-19 e il conseguente desiderio di “maneggiare” meno contante, la crescita del commercio elettronico, ha allargato la fascia di utenza che ricorre a mezzi di pagamento virtuali. Banca via web, carte di credito e di debito, mobile banking e uso di applicazioni sempre più sofisticate sullo smartphone stanno prendendo campo anche in una “fascia” di clientela che prima guardava con ritrosia a questi mezzi di pagamento.
“Le banche corrono ai ripari – afferma Gabriele Urzì Segretario Provinciale FABI Palermo e Responsabile Salute e Sicurezza FABI Palermo – anche con massicci investimenti in sicurezza informatica. Basti pensare che nel totale delle spese per il settore IT (comparto tecnologico) le somme stanziate per la sicurezza informatica passeranno dal 7% del 2019 al 12 % nel 2020, ma è necessario che si implementino le campagne informative alla clientela e si investa in formazione del personale. Va detto che circa l’87% delle transazioni fraudolente viene bloccato dalle aziende di credito, ma il fenomeno ha dimensioni importanti”.
E a preoccupare sono anche i recenti episodi registrati in Sicilia da gennaio ad oggi che presentano un pericoloso e strano picco nell’agrigentino.
“Già da gennaio si sono registrate alcune denunce alla questura di Agrigento – dichiara Urzì. Una giovane si è vista clonare la carta di credito dove ha registrato un ammanco di 455 euro dal conto corrente mentre un agrigentino, sollecitato da un sms, ha cambiato i codici della carta, offrendo agli hacker la possibilità di truffarlo. A giugno un incauto utente è caduto nella trappola di un’offerta pubblicitaria, su internet, con la quale si vendeva un telefono cellulare di una nota marca al prezzo simbolico di 1,95 euro e subito un prelievo di 54 euro. Un altro cittadino ha provato a vendere dei mobili su un noto sito internet e gli sono stati sottratti ben 2.000 euro. Sempre a giugno altre due donne agrigentine sono state vittime di frodi informatiche: ignoti hanno sottratto contanti dalle loro carte di credito. Il primo caso riguarda una sessantenne che ha dichiarato come ignoti criminali siano entrati nel suo conto bancario, sottraendole 780 euro. Qualche giorno prima aveva usato il conto per pagare dei prodotti acquistati su un sito online. La seconda vittima, ha raccontato invece ai poliziotti che le sono stati addebitati sulla carta di credito prima 13 euro e successivamente 55 euro. Sempre ad Agrigento a luglio altri due casi: nel tentativo di pagare una bolletta un ignaro utente si è accorto che dal suo conto vi fosse un ammanco di 800 euro e che gli stessi erano stati prelevati da un istituto di credito in città. Situazione simile anche per una donna di 65 anni, proprietaria di un B&B, che al momento del rinnovo del portale per la sua struttura ha visto un addebito nei suoi confronti di oltre 1000 euro. Su tutti i casi indaga la Polizia Postale.
“Al di là della sempre possibile disattenzione di una parte limitata di utenza, credo che basti ed avanzi per sollecitare banche, poste e gestori di servizi finanziari a potenziare le difese informatiche perché, al di là degli importi, il problema sta assumendo dimensioni preoccupanti” – conclude il Sindacalista.