“Turano ha dichiarato che è interesse della Regione rilanciare i Cantieri Navali e che in questi otto mesi il governo ha liberato le risorse che erano state stanziate nel 2010 e che erano state poi destinate ad atri settori – dichiarano Francesco Foti, segretario Fiom Cgil Palermo e Calogero Guzzetta, segretario d’organizzazione Cgil Palermo – Ci possiamo ritenere soddisfatti dell’incontro e dell’apertura manifestata dall’assessore, che ha condiviso il percorso da intraprendere, dando seguito all’impegno preso con la Fiom e con la Cgil nell’iniziativa del 3 luglio scorso ‘Parla il cantiere’ alla presenza del segretario nazionale Cgil Maurizio Landini. Di fatto, alcuni appuntamenti sono già in calendario: il 6 novembre ci sarà un nuovo incontro con le parti sociali, l’Autorità di sistema portuale della Sicilia occidentale e il Comune di Palermo, ovvero con tutti i soggetti interessati al rilancio. Entro novembre Turano si è impegnato a una nuova riconvocazione di tutti con l’amministratore delegato di Fincantieri Bono”.
Al centro della discussione di oggi all’assessorato regionale Attività produttive si è parlato degli investimenti necessari per il rilancio dello stabilimento e dei carichi di lavoro. I sindacati hanno chiesto che la Regione, oltre ad accelerare i tempi per il rifacimento del bacino da 80 mila tonnellate, intervenga sul ministero delle Infrastrutture per attivare con urgenza un tavolo tecnico finalizzato al finanziamento previsto di 80 milioni di euro per completare il bacino da 150 mila tonnellate, fermo da più di 20 anni, e su cui – hanno sottolineato Fiom e Cgil – c’è un impegno del sottosegretario alle Infrastrutture Rixi. L’opera in questione è stata già oggetto di bonifica da parte dell’Autorità di sistema portale per un importo di 30 milioni di euro.
“Abbiamo chiesto – aggiungono Foti e Guzzetta – che il governo regionale, con un ruolo attivo del presidente Musumeci, si intesti la battaglia in difesa del Cantiere Navale di Palermo al fine di superare la posizione di Fincantieri, che continua a distribuire i carichi di lavori in maniera tale da penalizzare lo stabilimento palermitano, negando al Cantiere di Palermo una missione produttiva chiara e ben definita”. “Chiediamo l’assegnazione di navi intere da costruire, come avviene in tutti gli altri cantieri italiani. Palermo – proseguono Foti e Guzzetta – pur avendo un bacino in muratura da 400 mila tonnellate perfettamente funzionante, il secondo più grande d’Europa, oggi come carichi di lavoro ha solo sezioni di navi da realizzare e due infrastrutture civili per il Belgio. Il bacino da 400 mila tonnellate è vuoto, senza commesse da più di 7 mesi. Non abbasseremo la guardia, vigileremo sul rispetto dei tempi, in difesa dell’ultima grande fabbrica rimasta a Palermo”.