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Una strategia di crescita per il 2020 grazie a una maggiore e più organizzata presenza nei mercati. E’ il piano della Cantina Palmeri di Avola in provincia di Siracusa, di proprietà dell’imprenditore svizzero Ueli Breitschmid e della sua famiglia. La Cantina Palmeri sarà protagonista della VI edizione del Festival del giornalismo enogastronomico che si tiene a Palermo dal 13 al 15 dicembre: la cena del 13 sarà l’occasione per conoscere questo prodotto di eccellenza figlio di una storia di amore verso la Sicilia.
“Per il momento tutta la produzione è improntata sull’utilizzo di legni francesi (barriques) per la maturazione e i vini vengono affinati in bottiglia per 2-3 anni in bottiglia prima di essere immessi nel mercato – spiega l’enologo Antonio Campisi tornato a occuparsi delle vigne Palmeri dopo una brillante esperienza sull’Etna -. A partire da quest’anno con il mio arrivo stiamo cercando di fare vini più leggeri e pronti al consumo immediato e solo un 30% della produzione sarà destinato a vino da meditazione”.
Breitschmid, un nome che ai non addetti ai lavori probabilmente non dice nulla visto che in Svizzera controllano l’omonimo gruppo che è leader mondiale nell’ambito dei prodotti odontoiatrici, nel 2002, ha deciso di acquistare ad Avola la tenuta Palmeri, scoperta quasi per caso: “Ero alla ricerca di miele quando ho saputo che la proprietà in cui ero entrato era in vendita – raccontato -. Tutta la mia famiglia conosceva già molto bene la Sicilia: io, mia moglie Erika e le nostre quattro figlie andavamo lì regolarmente in vacanza. Fino a quel momento avevamo sempre affittato un appartamento, a volte qui, a volte lì. E quindi ci siamo detti: come sarebbe avere una casa in Sicilia per sempre?” L’imprenditore aveva due piani. Intanto trasformare la Tenuta in una cantina biologica. Nel 2005 furono piantate le prime viti su un terreno di 4,5 ettari e nello stesso anno fu avviato il restauro di alcuni edifici minori della Tenuta e la costruzione della nuova cantina.
Il secondo obiettivo di Ueli era di avviare un think tank con sede a Palmeri che nel tempo era già diventato un think tank visto che molti ospiti, attivi nella medicina dentale e nelle professioni correlate, proprio qui a Palmeri, hanno discusso, portato delle idee. Idee poi tradotte in progetti reali.
Bisogna arrivare al 2009 per vedere (e soprattutto assaggiare) il primo vino: quel Palmeri Rosso che è il simbolo, si diceva, dell’amore di Ueli, di sua moglie e delle quattro figlie per la Sicilia. Un amore smisurato, si direbbe.
Ad oggi l’azienda conta 12 ettari vitati tutti in produzione biologica integrando ai vitigni a bacca rossa lo chardonnay, il grillo e il moscato di Noto, oltre a 600 piante di ulivi. Con la prima raccolta del 2009 sono state prodotte 12 mila bottiglie. “Ad oggi- dice Antonio Campisi – siamo arrivati a produrre circa 60.000 bottiglie tra bianchi, rossi, rosati e spumanti. Nel 2020 usciranno dalla cantina le seguenti novità: Syrah 2019 circa 2000 bottiglie di vino naturale senza solfiti aggiunti, Nero d’Avola rosè selezione Nora 2019 circa 5000 bottiglie, Nero d’Avola spumante 2019 circa 4000 bottiglie. Abbiamo inoltre sperimentato la produzione di grano russello su circa 1.5 ettari per produrre pasta bio e farina bio. Produciamo sugo di pomodoro bio (1000 bottiglie) e succo di arancia bio (2000 bottiglie)”.