Sempre più persone si rivolgono all’affitto come scelta abitativa e questo ha portato a richieste in crescita del 220% e offerta stabile che non riesce a soddisfare la continua e crescente richiesta.
Gli affitti sono sempre più alti, la domanda di locazione cresce (+220%), mentre l’offerta, rimasta sostanzialmente stabile, non è più in grado di soddisfare la crescente richiesta. Questa è la fotografia scattata da SoloAffitti, il primo gruppo italiano diconsulenza, gestione e tutela della rendita immobiliare, che ha raccolto i dati su circa 3.600 contratti di locazione.
Secondo l’ultimo rapporto pubblicato, i canoni di locazione sono aumentati, nel 2023, del 16,1% spetto all’anno precedente, con il prezzo medio dell’affitto che si è attestato a quota 718 euro al mese. La capitale degli aumenti risulta essere Palermo (+38%), seguita da Catanzaro (+25%), Milano (+11%), Cagliari (+9%) e Firenze (+7%). Trento, Genova e Ancona, invece, registrano un segno meno.
Anche per gli studenti universitari, che rappresentano più di un quarto del campione analizzato, la situazione non accenna a migliorare: il costo di una stanza singola è rimasto in media invariato rispetto al 2022, sebbene ci siano città come Milano e Firenze dove il prezzo medio è salito rispettivamente di 80 e 50 euro. Sono poi in leggero aumento le stanze doppie che registrano un rialzo di 20 euro, un incremento più significativo invece si registra per le stanze triple, in media più care di 50 euro.
Stando sempre al dossier di SoloAffitti, a Milano il canone medio del 2023 è di 1.331 euro, a Palermo è di 669 euro, a Catanzaro 547 euro, a Cagliari 661 euro e a Firenze 835 euro. Roma, con i suoi 885 euro di affitto al mese, ha registrato un aumento del canone del solo 1%. Questo perché nella Capitale l’accordo territoriale sui canoni concordati, che da tempo funziona molto bene, ha avuto l’effetto virtuoso di calmierare i canoni di locazione.
L’abitazione principale resta il primo motivo della richiesta di affitto anche se tra il 2022 e il 2023 si è registrato un calo del 4,9% mentre è aumentato, seppur di poco (+1,8%) il motivo di studio.
Ma chi prende casa in affitto? Secondo il Rapporto, il 37,1% è costituito dalle coppie senza figli, il 26,2% da una sola persona, il 18,8% da coppie con figli e il 17,7% da due persone che condividono l’appartamento. Rispetto all’anno precedente, aumentano gli inquilini che decidono di prendere casa in affitto da soli (+6%) e da condividere con almeno altre due persone (+3,2%), sono invece in lieve calo le coppie.
Per quanto riguarda la tipologia di immobile, i monolocali sono quelli più richiesti nelle zone di pregio e nei centri città. Mentre il bilocale è la categoria più ricercata in tutte le zone, sia centrali che periferiche.
Un altro dato significativo riguarda la netta preferenza della cedolare secca sui contratti di nuova stipula: le rilevazioni dell’Ufficio Studi SoloAffitti per l’anno 2023 ne riscontrano l’utilizzo nel 93,8% dei contratti abitativi. L’opzione della cedolare in sostituzione dell’Irpef, che assorbe peraltro anche l’imposta di registrazione del contratto e le relative marche da bollo, risulta infatti conveniente per il locatore nella stragrande maggioranza dei casi. Le eccezioni riguardano perlopiù quei locatori che, avendo usufruito di bonus fiscali, hanno necessità di “capienza” Irpef.
Ma cosa ha portato alla grande richiesta di affitti? Dal Centro Studi SoloAffitti viene spiegato che esistono per questo tipo di fenomeno due motivi: uno più strutturale, l’altro più contingente. Il primo è legato a un cambio di paradigma: le giovani generazioni non hanno più il mito della casa di proprietà, hanno una vita più liquida e si spostano più facilmente, quindi tendono a non vincolarsi con l’acquisto di una casa di proprietà perché sanno che le loro esistenze e le loro necessità saranno mutevoli nel corso del tempo e l’affitto meglio si adatta a rispondere alle loro esigenze abitative. La seconda motivazione è riferita al tasso dei mutui aumentati, che sposta quote di richiesta abitativa dal mercato della compravendita a quello dell’affitto. Le previsioni per il 2024 sono in linea le tendenze già in atto: la richiesta di immobili in affitto continuerà ad essere sostenuta e un freno al caro affitti potrà arrivare solo da interventi volti ad aumentare l’offerta di immobili da affittare.
“SoloAffitti opera in un mercato complesso, che negli ultimi anni ha visto una crescita esponenziale della domanda, ma non un altrettanto rapido aumento dell’offerta. -dichiara Silvia Spronelli, amministratrice delegata di SoloAffitti.- In Italia sono circa 7 milioni le case non affittate, un quarto di queste è vuota e potrebbe essere messa in affitto in tempi molto brevi: in media, seguendo tutto l’iter richiesto facilitato dalla nostra consulenza e assistenza, il tempo per locare un immobile è di poco più di un mese.
Mettere in affitto il proprio immobile è una scelta vantaggiosa per tutti: da una parte garantirebbe ai proprietari di poter godere di un reddito mensile assicurato, dall’altra consentirebbe a chi è alla ricerca di una casa in affitto di allargare la scelta, accorciare i tempi di ricerca e soprattutto risparmiare sul canone”.