L’Unione Europea, con il Regolamento (UE) 2023/1115, è stata chiara: nessun prodotto legato alla deforestazione potrà più essere commercializzato nel mercato europeo. L’obiettivo è ambizioso: proteggere le foreste, combattere il cambiamento climatico e fermare un processo che, dal 1990, ha cancellato 420 milioni di ettari di boschi nel mondo. Una perdita che non è solo […]
«Oltre 6mila interventi di ristrutturazione in ostaggio del Consiglio comunale di Catania, che per ben dieci volte ha visto all’ordine del giorno uno dei punti strategici per la rigenerazione della nostra città, mancando l’appuntamento con la messa in sicurezza degli edifici situati nel cuore del capoluogo etneo». Il presidente di Ance Catania Giuseppe Piana non usa mezzi toni per rilanciare uno dei temi focali per lo sviluppo del territorio, «rimasto impantanato nelle logiche contrapposte della politica. Martedì 24 ottobre il punto relativo al recupero del patrimonio edilizio dei centri storici sarà nuovamente all’ordine del giorno, con la speranza che possa essere finalmente approvato», ha continuato Piana durante l’incontro #CataniaSicura, che ha riunito intorno al tavolo istituzionale dei costruttori edili di Catania, tutti gli interlocutori che possono e devono contribuire a trovare soluzioni per fronteggiare le criticità relative al rischio sismico.
Il Comune di Catania in ottemperanza alle disposizioni della Legge regionale 10 luglio 2015, n. 13 “Norme per favorire il recupero del patrimonio edilizio di base dei centri storici” ha già predisposto lo studio di dettaglio per l’individuazione delle diverse tipologie edilizie presenti nella zona omogenee “A” al fine di incentivare gli interventi di ristrutturazione: «Il provvedimento proposto non è mai stato discusso nel merito – ha continuato il presidente Ance – ma sempre rimandato a causa della mancanza del numero legale, con la chiara volontà di non dare seguito ad un atto urbanistico importante che ha come obiettivo principale il recupero, la messa in sicurezza e la rigenerazione di buona parte del patrimonio edilizio del centro storico e delle aree degradate che, in assenza di un assetto edilizio, creano condizioni svantaggiate sul profilo sociale, residenziale ed economico».
Catania è piena di edifici diroccati, il cui recupero è vincolato all’approvazione di quest’atto amministrativo: «Grazie al provvedimento – conclude – sarà infatti possibile tutelare, valorizzare e rivitalizzare il centro storico attraverso procedure semplificate e tempi certi. Una rigenerazione senza cementificazione che punta alla qualità degli immobili e che riconsegnerebbe alla città un centro sicuro, fruibile e abitabile, con migliaia di vani in più che da tempo sono disabitati». Lo studio, che definisce e classifica le diverse tipologie edilizie, consentirà per specifici e molteplici lavori, una “comunicazione di invio attività” accompagnata da una relazione o da un progetto.
Durante l’incontro ha preso parola anche Santi Cascone, docente dell’Università di Catania e past presidente dell’Ordine degli Ingegneri, che ha sottolineato «l’esigenza di coniugare la salvaguardia del centro storico con la normale attività quotidiana, combinando la conservazione della memoria alla sicurezza sismica. Catania non può perdere quest’importante occasione: si tratta di un progetto condiviso che mira davvero a recuperare e rilanciare il nostro più antico patrimonio edilizio».