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Sismabonus e classificazione del rischio sismico dell’area metropolitana di Catania e concrete possibilità d’intervento per la messa in sicurezza degli edifici. Questo il tema al centro dell’incontro tenutosi ieri pomeriggio (22 settembre) nella sede dell’Associazione dei Costruttori etnei in occasione della presentazione finale della tesi del dottorato del catanese Giuseppe Occhipinti, finanziata da Ance Catania e basata, tra gli altri argomenti trattati, su una ricerca condotta dall’Università di Catania e dall’Imperial College di Londra, che ha come “case study” proprio la città etnea.
«Il nodo centrale della questione rimane la riclassificazione della classe di rischio della nostra città da 2 a 1 – ha dichiarato il presidente Giuseppe Piana – che consentirebbe, in connessione con i benefici del sismabonus, di intervenire anche con la demolizione e la ricostruzione degli edifici, prevedendo l’aumento della volumetria. Dobbiamo mettere in atto tutte le azioni possibili e tutte le agevolazioni per consentire ai cittadini e alle imprese di poter intervenire efficacemente sul fronte della messa in sicurezza del territorio. Il nostro appello è rivolto a tutte le forze politiche affinché, in seno alle istituzioni regionali, intervengano legislativamente». Presente all’incontro il deputato regionale Marco Forzese che ha già presentato in tal senso una mozione all’Assemblea Regionale Siciliana: «Il mio impegno sarà quello di riproporre la questione anche in sede ministeriale con l’obiettivo di ottenere risposte certe in tempi brevi».
Il vicepresidente di Ance Catania Marcello La Rosa ha introdotto gli interventi dei professori Ivo Caliò, ordinario di Dinamica delle Strutture e Ingegneria Sismica del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell’Ateneo catanese e Bassam Izzudin, professore di Meccanica Computazionale presso l’Università britannica, i quali hanno ripercorso il lavoro effettuato in questi mesi con l’obiettivo di offrire soluzioni tecniche e nuovi impulsi per la risoluzione delle criticità esistenti.
«Ance Catania ha contribuito inoltre al finanziamento dello studio condotto dalle due istituzioni accademiche – ha affermato in conclusione Piana – poiché crediamo che la diffusione della cultura della sicurezza antisismica, debba coinvolgere sinergicamente tutti gli attori istituzionali, e per questo chiediamo alle istituzioni di fare decisamente un passo avanti destinando più risorse e fondi per agire in questa direzione».