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“Ritengo che l’eventuale approvazione del Rendiconto 2017, senza gli adeguati e fondamentali correttivi, possa determinare un danno all’Erario, con possibili responsabilità dei consiglieri comunali votanti, e un rischio di dissesto del Comune di Palermo”. Lo afferma Nadia Spallitta, già vice presidente vicaria del Consiglio comunale di Palermo, esponente della sinistra cittadina, che definisce “gravi e di difficile soluzione” i rilievi formulati nei giorni scorsi dai Revisori dei conti.
Partendo proprio da questi rilievi Nadia Spallitta sottolinea i seguenti punti:
“Una rilevante discordanza tra la ‘cassa’ vincolata (fondi vincolati) riportata dal tesoriere (circa 96 milioni di euro) e quella determinata dal Comune (circa 201 milioni di euro), con una differenza di 105 milioni che, per il Collegio dei revisori, rappresenta una gestione irregolare dei fondi vincolati.
Ulteriori profili di criticità riguardano le anticipazioni di liquidità della Cassa Depositi e Prestiti, che denotano una carenza di liquidità che non consente una regolare gestione dei pagamenti;
ulteriore elemento di criticità riguarda il Fondo crediti di dubbia esigibilità che, con metodo semplificato utilizzato dall’amministrazione, risulta pari a circa 355 milioni di euro, ma che per i Revisori – con metodo ordinario – ammonta a circa 550 milioni di euro, con una consistente differenza di circa 195 milioni di euro che l’amministrazione dovrà trovare, nell’esercizio 2018, per evitare situazioni di squilibrio;
fondo da accantonare per i contenzioni: per l’Avvocatura comunale: sono 74 milioni di euro, mentre il Comune accantona circa 50 milioni di euro, con una differenza di 24 milioni di euro che l’amministrazione dovrà necessariamente reperire negli esercizi successivi;
entrate tributarie: il Collegio dei Revisori osserva la scarsa capacità di recupero, sia delle entrate tributarie (nel 2017 ammontano a 521 milioni di euro), sia in relazione al recupero dell’evasione fiscale, che si ferma a una percentuale di riscossione pari all’1,31; su un’evasione accertata di 92 milioni di euro è stato riscosso un solo milione di euro; oggi, complessivamente, i residui da evasione non riscossi ammontano 180 milioni di euro circa.
Complessivamente, i residui attivi relativi relativi alle entrate tributarie sono circa 460 milioni di euro, mentre il totale dei residui attivi ammonta a 999 milioni di euro;
ugualmente insufficiente è la capacità di riscossione per sanzioni amministrative, che si ferma al 14% (accertati 56 milioni di euro di sanzioni amministrative, riscossi solo 8 milioni di euro, circa il 14%);
l’amministrazione non riscuote i propri canoni di affitto: su 6 milioni di euro di entrate il Comune ha riscosso circa il 16% di tale somma;
costo dei servizi a domanda individuale: pari a circa 23 milioni di euro, con entrate pari a 5 milioni, con una perdita di 17 milioni di euro (ad esempio, per tutte le attività culturali e museali il Comune ha speso 6 milioni e ha avuto entrate per 300 mila euro circa);
elevati i residui passivi, pari a 355 milioni di euro; il limite consentito e del 40%; il Comune raggiunge il 39,75%;
debiti fuori bilancio: quasi 40 milioni di euro, il 5% del bilancio dei Comune; circostanza che viene definita come “grave patologia da rimuovere”; quasi il 55% de debiti fuori bilancio è per i servizi socio-assistenziali;
il rapporto con le società partecipate registra discrasie tra i debiti scritti in bilancio dal Comune e i corrispondenti crediti scritti nei bilanci delle partecipate; in particolare, l’AMAT dichiara di vantare un credito 70 milioni circa, mentre il Comune gliene riconosce 38; la RAP – che peraltro non ha ancora approvato il bilancio 2016 e del 2017 – dichiara di avere un credito dal Comune di 87 milioni di euro circa, mentre il Comune riconosce 79 milioni di euro; l’AMAP dichiara di avere un credito, dal Comune, di circa 15 milioni di euro, mentre il Comune gliene riconosce 11”.
“Complessivamente – conclude Nadia Spallitta – la sofferenza finanziaria del Comune di Palermo è caratterizzata dal superamento di quattro parametri, e da un quinto parametro che è al limite: superato anche quest’ultimo, il Comune è tecnicamente in default. Alla luce della gravità delle osservazioni fatte dai Revisori e della oggettiva difficoltà, da parte del Comune, nel reperire le risorse finanziarie – e trovare quindi gli adeguati correttivi – dubito fortemente che questo Rendiconto possa essere approvato dal Consiglio comunale”.