“Giovedì porteremo a Palazzo Chigi alcune proposte per fronteggiare il calo di produzione determinato dall’impatto del Coronavirus sulla nostra economia”. Lo ha detto il ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli.
Intanto è stata avviata una prima ricognizione per redigere un contingency plan economico che limiti gli effetti negativi legati all’epidemia del coronavirus in Cina. Nella nota diffusa da Palazzo Chigi al termine dell’incontro interministeriale, presieduto dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per un aggiornamento sul rischio sanitario collegato al coronavirus e su tutte le varie implicazioni legate all’emergenza, specie sul fronte economico e turistico, il governo ha annunciato un’istruttoria ad hoc “per l’adozione di misure di contenimento degli effetti negativi dell’emergenza sul nostro sistema economico e produttivo”.
L’istruttoria italiana, interessando vari dicasteri, richiederà del tempo, siamo dunque in una fase preliminare, preparatoria per un piano d’azione ‘trasversale’ che interessi i comparti coinvolti. Il tema dovrebbe tornare sul tavolo del governo giovedì, in occasione dell’incontro specifico su crescita e sviluppo convocato a Palazzo Chigi.
Qualche giorno fa l’allarme del governatore di Banca d’Italia Ignazio Visco all’Assiom Forex. Sulle stime del Pil italiano, ha detto il governatore, “gravano rilevanti rischi al ribasso”. Visco ha citato anche le tensioni geopolitiche, la Brexit e le possibili ricadute dal coronavirus. Su quest’ultimo tema, Visco ha rilevato che si sta valutando l’impatto sull’economia italiana: è difficile stimare gli effetti, ma considerando il precedente della Sars, potrebbe essere “temporaneo e contenuto” a “pochi decimi di Pil”.
Il governatore ha osservato anche che i mercati “stanno per il momento beneficiando del calo dell’incertezza politica” con un calo dello spread, ma la crescita è ancora vulnerabile. Il governo attui il piano di investimenti pubblici – è il messaggio che arriva da via Nazionale – con una visione complessiva per gli interventi sul sistema tributario.
Come rilevato da agenzie di rating e centri di ricerca economici, l’economia risentirà degli effetti del virus cinese, bisognerà appurare con quale intensità e quanto a lungo. Per l’Italia è ancora prematuro fare stime, ai tempi della Sars l’economia globale venne impattata nell’ordine di qualche decimale poi riassorbito. Oggi però si dubita che i tempi di recupero del colosso asiatico siano rapidi come nel 2003.
L’impatto del coronavirus sull’economia globale, spiegano gli esperti, si fa sentire sia nei Paesi esportatori che importatori, non a caso le agenzie di rating parlano di rischi nella catena di fornitura globale. Nel primo caso infatti il calo dei consumi dei cinesi grava su tutti quei settori che in Cina esportano, il segmento del lusso in testa. In termini di import invece l’effetto maggiore si concretizza per i settori strettamente legati alle importazioni cinesi, vedi il comparto dell’auto dove una carenza di componentistica sta avendo ripercussioni sull’intera filiera delle forniture a livello globale.
Uno scenario pieno di rischi davanti ai quali l’Italia non vuole farsi trovare impreparata. Da qui la scelta di avviare “una istruttoria” che porti ad un piano d’azione con le misure di “contenimento”. In più sedi il ministro dell’Economia Gualtieri ha detto che è prematuro fare stime sugli effetti nell’economia italiana del coronavirus. Per la Cina i principali organi di previsione indicano una forchetta tra -0,2% e -0,7%.