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Ecco cosa prevede il ddl povertà approvato dal Senato

L’articolo unico del disegno di legge per il contrasto alla povertà, approvato  nel luglio scorso dalla Camera e oggi dal Senato, è collegato alla manovra finanziaria e delega il Governo ad adottare, entro sei mesi, più decreti legislativi.
Il primo prevede di introdurre una misura di contrasto della povertà assoluta, denominata ‘reddito di inclusione’ (o REI). Il secondoprevede di riordinare le prestazioni di natura assistenziale;  3) per rafforzare e coordinare gli interventi dei servizi sociali garantendo in tutto il territorio nazionale i livelli essenziali delle prestazioni.

I principi e criteri direttivi della delega stabiliscono che il ‘reddito di inclusione’ deve essere una misura unica a livello nazionale, di carattere universale, subordinata alla prova dei mezzi e all’adesione a un progetto personalizzato di inclusione, articolata in un beneficio economico e in una componente di servizi alla persona.

Per beneficiare della misura sarà previsto un requisito di durata minima di residenza nel territorio nazionale.

E’ previsto un graduale incremento del beneficio e dell’estensione dei beneficiari, da individuare prioritariamente tra i nuclei famigliari con figli minori o con disabilità grave, donne in stato di gravidanza, disoccupati di età superiore a 55 anni.

A fine 2017 il Rei (reddito di inclusione) dovrebbe arrivare a una prima platea di 400mila famiglie e avrà un valore simile al Sia, fino a un massimo di 400 euro al mese. Sarà il decreto attuativo a stabilire se sarà erogato sotto forma di carta prepagata o in altre modalità. Il reddito di inclusione ha come priorità le famiglie con bambini in povertà assoluta. L’accesso al Rei sarà un aiuto condizionato alla prova dei mezzi (serve un Isee non superiore ai 3mila euro associato a un livello di reddito effettivo disponibile che sarà fissato nel decreto legislativo), un aiuto che scatterà solo con l’adesione del capofamiglia a un progetto personalizzato di attivazione e inclusione sociale e lavorativa predisposta dall’ente locale. La persona, dovrà impegnarsi, per esempio, a garantire un comportamento responsabile, ad accompagnare i figli a scuola, a sottoporli alle vaccinazioni e ad accettare eventuali proposte di lavoro.

La delega prevede inoltre la razionalizzazione di altre prestazioni assistenziali (fatta eccezione per le prestazioni rivolte alla fascia di popolazione anziana non piu’ in età di attivazione lavorativa, per le prestazioni a sostegno della genitorialità e per quelle legate alla condizione di disabilità e di invalidità del beneficiario) come la vecchia carta sociale per minori e l’assegno di disoccupazione Asdi, e il rafforzamento del coordinamento degli interventi in materia di servizi sociali, al fine di garantire in tutto il territorio nazionale i livelli essenziali delle prestazioni.

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