“E’ necessario che Ministero dell’Università e della Ricerca e Consiglio Nazionale Ordine Psicologi stabiliscano un incontro immediato anche telematico, in nostra presenza, così da poter mantenere gli impegni presi e dare sostanza alle dichiarazioni pubbliche espresse. Noi crediamo nella lealtà dei soggetti coinvolti prima ovviamente dell’inizio della sessione dell’esame di Stato per l’abilitazione degli psicologi del prossimo 16 Luglio”.
Una dichiarazione molto forte quella adottata dall’avvocato professor Antonio Ruggiero del foro di Milano, che ha avuto mandato di difendere i diritti e le richieste del movimento spontaneo formato da oltre 10 mila dottori in psicologia, che da 4 mesi lottano per ottenere l’abilitazione alla professione attraverso una riformulazione dell’esame di Stato per le sessioni d’esame di luglio e novembre 2020. Una professione che grazie al decreto Lorenzin del 2018 ha acquisito il profilo di professione sanitaria.
Ma andiamo ai fatti. Il 12 Giugno l’Italia ha assistito ad un evento mai accaduto nella storia della categoria professionale psicologica: un movimento composto da oltre 10 mila aspiranti psicologi è sceso numeroso in piazza Montecitorio per manifestare contro le modalità telematiche previste dal DM n. 57 del 29 aprile 2020, recante le norme di svolgimento della sessione degli esami di Stato per l’abilitazione alla professione. In quella stessa giornata i rappresentanti del movimento sono stati invitati a Montecitorio e, grazie alla disponibilità dimostrata, hanno avuto un incontro-confronto proprio con il ministro all’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi che, aveva aperto spiragli di speranza per una riforma avvertita, tra l’altro, come estremamente necessaria sia da parte dei candidati sia da parte di diversi professionisti iscritti all’ordine professionale.
L’unica conditio sine qua non, posta dal Ministro stesso, era il benestare del Consiglio Nazionale Ordine Psicologi (CNOP). Proprio per arrivare alla risoluzione della vicenda, il 22 Giugno è stato fissato un incontro telematico tra i rappresentanti ministeriali, il Presidente del Cnop David Lazzari, il Presidente del Consiglio Nazionale Studenti Universitari (CNSU) Luigi Leone Chiapparino e i rappresentanti del Movimento dei dottori in Psicologia. Purtroppo in quell’incontro, la proposta d’adozione di linee guida per lo svolgimento dell’esame di Stato proposte dal CNOP e tuttavia non legalmente vincolanti, non ha soddisfatto i futuri psicologi. Proprio per tale motivo venerdì 26 Giugno il Movimento dei dottori psicologi ha incaricato, con formale mandato, l’Avvocato Professor Antonio Ruggiero del foro di Milano che, capendo e accogliendo la giusta richiesta dei dottori e arguendo l’emergenza legata alla prima data utile dell’esame di Stato prevista per il prossimo 16 luglio, si è immediatamente impegnato per intessere nuovamente le fila della trattativa con il Ministro Manfredi, con i rappresentanti del Ministero e della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nonché con il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi dott. David Lazzari. Dopo un’iniziale resistenza, ma grazie alla capacità di mediazione e all’instancabile attività continua posta in essere, entrambi gli organismi statali hanno affermato, in separate sedi, di voler procedere con la rimodulazione dell’esame di Stato come da nostre indicazioni, già dalla sessione di Luglio e poi di Novembre.
Tuttavia nonostante le intenzioni espresse singolarmente dagli organi istituzionali, alle quali è seguita, da parte ministeriale, la reale collaborazione in tale direzione, vi è stata una chiusura da parte del nostro Ordine professionale. Tra l’altro proprio il Presidente dell’Ordine, David Lazzari aveva affermato in una dichiarazione pubblica che: “il Cnop ha esplicitato al Ministero e alle Università la disponibilità ad una normativa analoga a quella definita per la professione medica (tirocini abilitanti come esame di Stato)”. Ma ad oggi e a pochi giorni dall’inizio dell’esame di Stato, non è stato fatto alcun passo avanti per soddisfare quanto da noi richiesto. Occorre che le parti prendano contatti immediati superando qualsiasi incomprensione e personalismo per trovare un accordo che soddisfi tutte le parti sociali coinvolte. Lo chiedono a gran voce oltre 10.000 dottori in Psicologia che ad oggi sono stati lasciati in un limbo di incertezza in merito ad un esame dal quale dipende il loro futuro lavorativo.