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Export Mezzogiorno 2024: crescita del 1,7%, trainata dall’agroalimentare

Nei primi nove mesi del 2024, le esportazioni dei distretti del Mezzogiorno hanno raggiunto un valore complessivo di 7,3 miliardi di euro, segnando un incremento dell’1,7% rispetto allo stesso periodo del 2023 e superando la media nazionale (+0,6%). Questo risultato positivo è stato supportato da una crescita più marcata nel secondo e terzo trimestre (+3,6% e +4% rispettivamente), evidenziando la resilienza e la capacità di adattamento del sistema produttivo del Sud Italia in un contesto economico incerto.

“Ancora una volta, il Sud dimostra la capacità di emergere con le proprie eccellenze, pur in un quadro di differenziazione tra i vari distretti. Per consolidare le tendenze positive e affrontare le sfide future sarà fondamentale investire in innovazione, promozione internazionale e qualità dei prodotti, sfruttando il potenziale competitivo di questo territorio” – commenta Giuseppe Nargi, Direttore Regionale Campania, Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo. “Il nostro impegno è sostenere le imprese nei loro piani di crescita e di investimento per migliorare la propria competitività su nuovi mercati e per governare i processi di transizione ambientale e digitale nel Mezzogiorno”.

Il ruolo strategico dell’agroalimentare

Il settore agroalimentare si conferma il motore trainante dell’export del Mezzogiorno, registrando una crescita del 4,7%. Tra le eccellenze territoriali che hanno brillato, si segnalano l’olio e la pasta del barese (+29,5%), i vini del Montepulciano d’Abruzzo (+20,7%) e l’ortofrutta di Catania (+15,4%). Anche il distretto del caffè e delle confetterie del napoletano ha registrato un incremento del 9,7%, beneficiando della crescente domanda dal mercato greco. In termini assoluti, le conserve di Nocera (+2%) e l’alimentare napoletano (+2,3%) mantengono una crescita stabile. Tuttavia, alcune criticità emergono per la mozzarella di bufala campana (-1%) e per l’agroalimentare di Avellino (-5,2%) e della Sicilia sud-orientale (-4,5%).

Settori manifatturieri: difficoltà e opportunità

Il settore manifatturiero tradizionale ha incontrato diverse difficoltà, con il sistema moda in calo del 2,9% e il sistema casa che registra una contrazione del 10,8%. L’abbigliamento napoletano ha subito un calo del 5,4%, mentre i distretti calzaturieri del nord barese e del napoletano hanno registrato rispettivamente flessioni del 4,2% e del 6,5%. Tuttavia, alcuni comparti si sono distinti positivamente: l’abbigliamento sud abruzzese ha segnato un notevole +39,4% e la calzetteria del Salento ha registrato una crescita del 16,1%, dimostrando l’efficacia di strategie basate sulla diversificazione commerciale.

Nel sistema casa, la debolezza della domanda internazionale ha penalizzato il mobilio abruzzese (-6,1%) e il mobile imbottito della Murgia (-12,1%).

Espansione geografica e mercati emergenti

La crescita dell’export è stata trainata in particolare dall’espansione verso mercati lontani, con aumenti del 6,4% verso mercati maturi lontani e del 7,3% verso mercati emergenti lontani. Stati Uniti (+6,9%), Cina (+10,8%) e Arabia Saudita (+30%) si sono rivelati mercati chiave per le imprese del Sud. Al contrario, i mercati maturi vicini hanno mostrato stagnazione (+0,7%), con alcune eccezioni positive come la Francia (+7,6%).

Il settore tecnologico tra luci e ombre

I poli tecnologici del Mezzogiorno hanno mostrato un andamento eterogeneo, con una crescita complessiva del 16,8% trainata dal polo farmaceutico di Napoli (+33,9%). Tuttavia, persistono difficoltà per il settore ICT, con contrazioni nei poli di Catania (-34,1%) e dell’Aquila (-9,6%), e per il comparto aerospaziale, con cali in Campania (-8,5%) e Puglia (-8,1%).

Conclusioni e prospettive future

L’export dei distretti del Mezzogiorno mostra un quadro articolato, in cui la crescita dell’agroalimentare e l’espansione su nuovi mercati compensano in parte le difficoltà di alcuni settori tradizionali. Per consolidare questi progressi e affrontare le sfide future, sarà cruciale investire in innovazione, promozione internazionale e qualità dei prodotti. Il potenziale competitivo del Mezzogiorno è elevato e le imprese del territorio hanno l’opportunità di rafforzare il loro posizionamento nei mercati globali, sfruttando le eccellenze locali riconosciute a livello internazionale.

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