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L’VIII edizione del Festival del giornalismo enogastronomico ha fatto anche quest’anno tappa a Galati Mamertino, piccolo borgo da 3 mila abitanti, nel cuore dei Nebrodi, concludendo con successo, domenica 22 ottobre, la sua tre giorni dedicata all’enogastronomia e ai prodotti d’eccellenza DOP siciliani.
L’evento, organizzato dall’associazione Network in collaborazione con la Fondazione Celestino Drago, oltre a fornire ai giornalisti un’opportunità di aggiornamento professionale, ha riunito diversi rappresentanti delle istituzioni, imprenditori ed editori, per ragionare insieme sull’importanza dell’enogastronomia per il territorio nebroideo e trovare soluzioni concrete per valorizzare i suoi prodotti d’eccellenza.
Il Festival ha dato spazio a diversi dibattiti incentrati sul futuro del giornalismo con un focus sull’intelligenza artificiale e le nuove frontiere del mercato editoriale, ma anche sul suino nero dei Nebrodi, sul settore vitivinicolo e sull’enogastronomia, come traino per le aree interne.
I numeri della Dop economy nell’isola
Come riportato da “Il Sole 24 Ore” secondo il rapporto “Qualivita-Ismea” nel 2021 il giro d’affari nel settore food in Sicilia si attesta intorno agli 87 milioni, mentre il vino intorno a 449 milioni. L’isola sarebbe poi al sesto posto in Italia per numero di DOP (20), Igp (16) e Stg (4), con una crescita del 14% rispetto all’anno passato e al decimo posto per “impatto regionale”. Cifre ancora troppo basse rispetto ad altre regioni italiane, che hanno lo stesso numero di prodotti certificati.
Il territorio dei Nebrodi vanta prodotti dalla qualità indiscutibile. A mancare è però la capacità di saperli raccontare e commercializzare, oltre agli evidenti problemi strutturali con cui si scontra tutta la Sicilia e che investe soprattutto i comuni montani a rischio spopolamento.
Il Festival del giornalismo enogastronomico ha offerto l’opportunità di riaccendere i riflettori sulla questione, raccontando le storie degli imprenditori e produttori locali e riflettendo sull’importanza strategica dell’innovazione, della sostenibilità e della capacità di costruire solide alleanze sul territorio.
Manfredi Barbera, amministratore dei Premiati Oleifici Barbera, ha colto l’occasione per ricordare come non sempre la tradizione sia una cosa positiva, “la tradizione non deve diventare un vincolo”, ma andare di pari passo con ricerca, innovazione, sperimentazione e tecnologia. Bisogna inoltre confrontarsi con i mercati, perché “non è detto che quello che piace a noi possa piacere agli altri, sicuramente noi abbiamo un potenziale ineguagliabile”.
Nel corso della seconda giornata è stato intervistato, anche, Rosario Di Maria, il Presidente della cooperativa Ermes, che ha creato un network di cantine vitivinicole, coinvolgendo cinque regioni italiane e conta oggi 2500 soci. Una scelta felice che gli ha permesso di raggiungere in pochi anni il successo con un fatturato di 138 milioni di euro.
Le tre giornate hanno permesso di raccontare i Nebrodi e i prodotti d’eccellenza siciliani, ma anche di immergersi tra le bellezze naturalistiche del bosco di Mangalaviti e gustare tutte le prelibatezze del territorio, dai salumi di suino nero dei Nebrodi al miele, dai biscotti al vino, fino alla birra artigianale siciliana.