L’Unione Europea, con il Regolamento (UE) 2023/1115, è stata chiara: nessun prodotto legato alla deforestazione potrà più essere commercializzato nel mercato europeo. L’obiettivo è ambizioso: proteggere le foreste, combattere il cambiamento climatico e fermare un processo che, dal 1990, ha cancellato 420 milioni di ettari di boschi nel mondo. Una perdita che non è solo […]
Fincantieri costruirà navi da crociera anche nel porto di Palermo. A partire dal 2023 una delle navi in portafoglio ordini del gruppo cantieristico italiano, sarà realizzata a Palermo, in conseguenza di un intervento massiccio deliberato dall’Autorità Portuale sul bacino di carenaggio e sull’intenzione di dare vita a un sistema di filiera indispensabile per supportare la costruzione di una grande unità passeggeri. È quanto annunciato da Pasqualino Monti a conclusione del convegno “Noi, il Mediterraneo” che si era già caratterizzato di grande concretezza con la firma dell’atto di affidamento a Msc Crociere e Costa Crociere della gestione del traffico passeggeri nei porti del sistema della Sicilia Occidentale.
Non una formalità, ma una svolta convinta e consapevole, resa possibile, come ribadito sia da Pier Francesco Vago, executive chairman di Msc Crociere e da Beniamino Maltese, Senior vice president di Costa Crociere, pronti a concentrare sui porti siciliani .
L’evento di oggi ha evidenziato con forza una sorta di unicità di Palermo: unicità che secondo Gian Enzo Duci, Presidente di Federagenti, è rappresentata da un presidente in grado di infrangere non a parole ma con fatti concreti, una burocrazia e quindi una paura diffusa di subire, anche a livello personale, le conseguenze di qualsiasi scelta, l’immobilismo che paralizza la quasi totalità dei porti.
Anche per Stefano Messina, Presidente di ASSARMATORI, il caso Palermo rappresenta un’eccezione e un caso da seguire e la prova che una forte volontà puó ottenere i risultati che sembrano impossibili.
Per Mario Mattioli, il deficit della bolletta logistica, dimostra che l’Italia ha e deve cambiare, magari da subito dando vita almeno a un sottosegretario con delega totale agli “affari di mare” oggi dispersi fra nove ministeri diversi.