L’audizione di Raffaele Fitto al Parlamento Europeo, il 12 novembre 2024, è stata un momento decisivo per la sua carriera e per la politica di coesione europea. Designato dall’Italia come vicepresidente esecutivo per la coesione e le riforme, Fitto ha affrontato un fuoco incrociato di interrogazioni da parte dei deputati europei. In un inedito colpo di scena, la sua nomina è stata rinviata a causa dei diffusi dubbi espressi dai membri del Parlamento Europeo, che hanno richiesto ulteriori chiarimenti e una nuova audizione, dimostrando l’importanza strategica di questo portafoglio e il peso delle critiche sollevate.
Un portafoglio strategico per il futuro dell’UE
Il ruolo di vicepresidente esecutivo per la coesione e le riforme è tra i più delicati nell’organigramma della Commissione Europea. Il titolare di questo incarico deve garantire un uso efficace dei fondi di coesione, volti a ridurre le disparità economiche tra le regioni dell’Unione e a sostenere uno sviluppo equo e sostenibile. Oltre a promuovere occupazione e innovazione, questo portafoglio è centrale per due pilastri dell’UE: la transizione verde e quella digitale. Fitto è stato scelto per questo incarico grazie alla sua esperienza politica e alla gestione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) in Italia. Nel suo ruolo di Ministro per gli Affari Europei ha supervisionato l’utilizzo dei fondi del PNRR, creando “cabine di regia” per migliorarne l’efficienza e il monitoraggio.
Critiche focalizzate: trasparenza, inclusività e rispetto dei valori UE
Gran parte del dibattito si è concentrato su tre temi cruciali, attorno ai quali Fitto ha ricevuto le maggiori critiche:
Sostegno dai conservatori e critiche dai progressisti
I gruppi conservatori hanno sostenuto la candidatura di Raffaele Fitto. Ne apprezzano l’approccio pragmatico, mirato a semplificare le procedure e ridurre la burocrazia nell’accesso ai fondi europei. L’opposizione, tuttavia, è stata intensa tra i gruppi progressisti. Socialisti e Democratici (S&D) e Verdi/ALE, che hanno espresso scetticismo riguardo alla sua capacità di promuovere una vera politica di coesione. Tra gli eurodeputati siciliani Orlando e Antoci hanno manifestato le loro perplessità sulla nomina di Raffaele Fitto. Al contrario Marco Falcone, Ruggero Razza, Giuseppe Milazzo e Raffaele Stancanelli hanno espresso pareri favorevoli alla sua candidatura.
Politiche di coesione: opportunità di crescita per la Sicilia
Per la Sicilia, le politiche di coesione rappresentano un’opportunità cruciale per migliorare le infrastrutture e sostenere le piccole e medie imprese locali. Durante l’audizione, Fitto ha presentato un programma di supporto al turismo sostenibile e di aiuto alla digitalizzazione delle aree insulari. Tuttavia, in Sicilia si sollevano dubbi sulla reale capacità delle amministrazioni locali di assorbire e utilizzare questi fondi in modo efficace, data la complessità burocratica e i limiti strutturali.
Un futuro incerto: nuove audizioni e prospettive per la nomina
Il Parlamento Europeo ha posticipato la decisione finale sulla nomina di Fitto per ulteriori chiarimenti. Questo rinvio, mai avvenuto prima, riflette le significative riserve dei parlamentari e l’importanza strategica di questo incarico. Se confermato, Fitto dovrà dimostrare di saper rispettare le promesse di maggiore efficienza e trasparenza nella distribuzione dei fondi. Per la Sicilia e altre regioni svantaggiate, una politica di coesione realmente inclusiva rappresenta un’opportunità per colmare il divario economico e sociale, purché le promesse diventino realtà.
Brigida Raso