Il Carbon Market Report 2024, pubblicato il 19 novembre dalla Commissione Europea, conferma che il mercato del carbonio europeo, EU ETS (Emission Trading System) è uno strumento cruciale per la lotta ai cambiamenti climatici.
Ma esattamente cos’è l’EU ETS?
L’EU ETS è il pilastro della politica climatica europea. Istituito nel 2005 è il primo Sistema per lo Scambio delle Quote di Emissione al mondo, che regola circa il 40% delle emissioni di gas serra nell’Unione Europea. In pratica, funziona come un mercato in cui le aziende possono acquistare e vendere permessi per rilasciare CO₂, in base alle proprie esigenze. L’UE stabilisce ogni anno un limite massimo di emissioni totali, Cap, per i settori regolati (energia, industria e aviazione intraeuropea) che non può essere superato e che si riduce progressivamente.Obiettivo: ridurre del 62% le emissioni di anidride carbonica entro il 2030.
Ogni azienda può emettere solo una certa quantità di CO₂, e se non riesce a rientrare nel limite, deve acquistare quote aggiuntive. Le imprese virtuose possono vendere le quote inutilizzate, mentre quelle meno efficienti devono acquistarne altre.
Questo sistema incentiva le aziende a ridurre la propria quantità totale di anidride carbonica prodotta: più alto è il costo delle quote, maggiore è il vantaggio di investire in tecnologie più pulite e meno inquinanti per evitare costi aggiuntivi.
Lo scorso anno, l’EU ETS ha ottenuto una riduzione delle emissioni degli impianti fissi del 16,5% rispetto al 2022, con un calo complessivo delle emissioni del 47,6% rispetto al 2005. Al contempo, le entrate derivanti dalla vendita delle quote di emissione hanno generato 43,6 miliardi di euro nel 2023.
Questi numeri non rappresentano solo un successo ambientale, ma anche un’opportunità concreta perché consentono di finanziare progetti di transizione climatica, dalla decarbonizzazione industriale all’espansione delle energie rinnovabili.
L’EU ETS, quindi, non solo limita la produzione di CO₂ ma stimola anche gli investimenti in tecnologie ecologiche.
La Sicilia, le industrie energivore e il mercato del carbonio
La Sicilia con le sue immense risorse naturali ha l’opportunità di trasformare le sfide ambientali in leve di crescita economica e sostenibilità. Le raffinerie di Priolo, Milazzo e Gela, tra le principali responsabili dell’inquinamento sull’isola, (secondo i dati ISTAT del 2023) producono una quantità di CO₂ superiore alla media nazionale e si trovano ad affrontare difficoltà economiche, poiché devono sostenere costi sempre più elevati per acquistare i permessi di emissione necessari a mantenere il loro standard di produzione. Tuttavia, il sistema ETS e i fondi europei offrono soluzioni per accelerare la loro transizione.
In particolare, la raffineria Eni di Gela sta studiando l’applicazione della tecnologia Carbon Capture and Storage (CCUS) per catturare le emissioni di CO₂ e stoccarle nel sottosuolo. Questo progetto, cofinanziabile dall’Innovation Fund, potrebbe ridurre drasticamente l’impatto ambientale dell’industria petrolchimica.
Energie rinnovabili: il futuro della produzione energetica
La Sicilia ha tutte le carte in regola per diventare un centro di sviluppo di energia rinnovabile. Tra i progetti di maggiore importanza vi è il parco eolico offshore nel Golfo di Gela, con una capacità prevista di 200 MW, capace di fornire energia pulita a oltre 50.000 abitazioni. Inoltre, i contributi regionali, che coprono fino al 90% dei costi, stanno spingendo molte aree agricole a investire in impianti fotovoltaici, contribuendo significativamente alla riduzione della dipendenza dai combustibili fossili.
Agricoltura e bioenergie
Un altro esempio concreto di come la Sicilia stia contribuendo alla transizione energetica è l’impianto di biogas a Caltanissetta, che trasforma gli scarti agricoli in energia rinnovabile. Questo modello innovativo potrebbe essere replicato in altre aree rurali grazie agli incentivi finanziari disponibili, come gli incentivi nazionali e regionali per il biogas, che coprono una parte significativa dei costi di installazione e operatività, rendendo l’investimento più accessibile per le imprese agricole.
I comuni virtuosi: Ferla e Menfi in prima linea
In Sicilia, alcuni comuni stanno già dimostrando come la transizione ecologica possa essere un’opportunità per l’economia locale. Ferla (Siracusa), ad esempio, è uno dei primi comuni italiani a raggiungere l’autosufficienza energetica grazie a un sistema integrato di impianti fotovoltaici e compostaggio. Questo risultato ha portato benefici significativi alla comunità locale: la riduzione dei costi energetici ha avuto un impatto positivo sull’economia, mentre la creazione di nuove opportunità lavorative e la maggiore consapevolezza ambientale hanno migliorato la qualità della vita della popolazione.
Anche Menfi (Agrigento) rappresenta un esempio virtuoso. Con il progetto Green Destination, il comune sta promuovendo strutture ricettive eco-friendly e percorsi ciclabili, attirando turisti consapevoli e generando reddito sostenibile.
Bandi di Finanziamento Attivi che la Sicilia può sfruttare:
Bando | Finalità | Importo | Scadenza | Link |
Programma Regionale Fotovoltaico | Installazione di pannelli solari per famiglie e imprese | Fino al 90% dei costi | Dicembre 2024 | Bando Sicilia Fotovoltaico |
Innovation Fund | Tecnologie innovative a basse emissioni | €38 miliardi (EU) | Cicli annuali | Innovation Fund |
REPowerEU Facility | Accelerazione della transizione energetica | Quote ETS dedicate | Da definire (2025) | REPowerEU |
Conclusione: un futuro sostenibile per la Sicilia
Con i fondi ETS e una strategia ben pianificata, la Sicilia può guidare la transizione verde nel Mediterraneo. La decarbonizzazione delle industrie e lo sviluppo delle rinnovabili non sono solo obiettivi ambientali, ma strumenti per creare lavoro, innovazione e prosperità per le generazioni future.
Brigida Raso
Normative di Riferimento
Fonti