L’Unione Europea, con il Regolamento (UE) 2023/1115, è stata chiara: nessun prodotto legato alla deforestazione potrà più essere commercializzato nel mercato europeo. L’obiettivo è ambizioso: proteggere le foreste, combattere il cambiamento climatico e fermare un processo che, dal 1990, ha cancellato 420 milioni di ettari di boschi nel mondo. Una perdita che non è solo […]
“La misura è colma, stiamo assistendo all’ennesimo pasticcio della Regione”. Sbottano le associazioni dell’artigianato regionale – Confartigianato, Cna, Casartigiani e Claai – dopo le notizie apparse questa mattina sulla stampa, in cui si parla di incorporare la Crias in Ircac, e non più di fusione degli enti.
“Si tratta dell’ennesima inversione di rotta da parte della Regione – denunciano le organizzazioni degli artigiani –, l’ennesima versione contradditoria sul futuro del credito agevolato. Dopo riunioni, incontri, promesse, oggi si parla di altro e la politica battibecca attraverso i giornali. Gli assessori Turano e Armao sono su due lunghezze d’onda differenti. Stiamo parlando dei soldi degli artigiani e questo è il teatrino della politica”.
Serve adesso chiarezza e le associazioni dell’artigianato chiedono un incontro urgente al presidente della Regione, Nello Musumeci. “Soltanto Musumeci – dicono le organizzazioni – può, al di sopra dei suoi assessori, dirci la reale strada che il governo intende intraprendere. Al presidente della Regione chiederemo le garanzie su quale fine farà il credito agevolato delle imprese. Non comprendiamo come mai non siamo stati resi partecipi di questa inversione a U. Non permettiamo a nessuno di cancellare questo strumento di importanza vitale per le nostre imprese artigiane. Il credito agevolato va garantito da subito senza interruzione alcuna. Se non arrivano risposte certe ed immediate, le imprese scenderanno in piazza per far valere le proprie ragioni”.
Sul tema intervengono anche i Cinque Stelle
“Governo scandaloso e approssimativo. Si continua a giocare sulla pelle di chi produce. La fusione tra Ircac e Crias va stoppata”
Il M5S all’Ars alza le barricate sulla norma che accorpa i due enti, inserita nel collegato alla finanziaria, nonostante il “goffo e ridicolo tentativo dell’assessore Turano di smentire la notizia.
“La modifica dell’articolo 1 della legge 10 è una norma che va bloccata senza se e senza ma – dicono i deputati della commissione attività Produttive Angela Foti, Valentina Zafarane e Jose Marano – nell’interesse del mondo della cooperazione e dell’artigianato, che hanno bisogno di certezze, cosa che queste legge non assicurerà, anzi. Per questo non va approvata. In tal senso avevamo già presentato un emendamento soppressivo in Finanziaria che era stato approvato in terza commissione”.
“Se non si trattasse di una questione serissima, quella delle migliaia di imprese artigiane che sono motore propulsivo della Regione e del mondo della cooperazione – commenta Angela Foti – sembrerebbe di assistere ad una soap opera di quarta categoria, con fughe in avanti, cambi di rotta, approssimazione e scarsissima considerazione della parti in causa. L’anno scorso il governo, con atto di forza, ha voluto approvare una riforma per il credito per le attività produttive e da allora non ha fatto altro che brancolare nel buio, prova ne sia che l’assessorato all’Economia e quello alle Attività Produttive hanno formato due tavoli che dovevano lavorare allo stesso regolamento. E questo con fugaci e ambigui passaggi nelle commissioni di merito che non hanno mai chiarito la vera volontà del governo e quali vantaggi spera di ottenere con questa riforma”.
“Il tentativo di Turano – afferma il deputato Giancarlo Cancelleri – di far passare a mezzo stampa il fatto che la norma del collegato sulla fusione di Ircac e Crias è roba vecchia, addirittura disconoscendo l’articolo, è veramente goffo e ridicolo, soprattutto quando denuncia che quelle righe non dovrebbero essere lì. Se a ciò aggiungiamo che lo stesso assessore viene smentito dal collega Armao, che asserisce che i testi sono quelli forniti dagli assessorati, siamo alla barzelletta e, soprattutto, alla conferma del fatto che abbiamo messo il governo della Regione in mano a quattro sprovveduti”.