L’Unione Europea, con il Regolamento (UE) 2023/1115, è stata chiara: nessun prodotto legato alla deforestazione potrà più essere commercializzato nel mercato europeo. L’obiettivo è ambizioso: proteggere le foreste, combattere il cambiamento climatico e fermare un processo che, dal 1990, ha cancellato 420 milioni di ettari di boschi nel mondo. Una perdita che non è solo […]
E’ da alcune settimane che i prezzi della benzina alla pompa sono in salita, ma proprio in questi giorni si è superato un livello di allarme che, almeno mediaticamente, ha un suo certo effetto: alcuni distributori in autostrada hanno prezzi per la benzina verde che vanno oltre i 2 euro.
il 1 marzo del 2018 l’attuale vice-premier Matteo Salvini prese un solenne impegno (1) con gli italiani: “nel primo Consiglio dei Ministri del Governo Salvini cancelleremo 7 ACCISE sulla benzina, e finalmente in Italia non pagheremo più il carburante più caro d’Europa!”. Impegno che aveva anche rinnovato a dicembre scorso come suo obiettivo per il 2019.
Ok, quello attuale non è proprio il “governo Salvini”, ma non si può negare che il ministro dell’Interno abbia un ruolo di primo piano e di condottiero nell’attuale compagine governativa, anche se non sarebbe sua competenza diretta la materia… ma è proprio il nostro ministro che ci ha abituato da mesi ai suoi interventi e irruzioni e provvedimenti di tutto lo scibile politico… benzina non da meno, quindi.
Cosa è successo, quindi, perché l’impegno di Matteo Salvini non è andato a segno? Potremmo stilare un lungo elenco di probabili ed accreditate motivazioni (penne migliori delle nostre crediamo si applicheranno), ma da associazione di consumatori, da cittadini e da elettori ci limitiamo a prendere atto che non solo non si è tenuto fede a questo impegno, ma la situazione è peggiorata, anche molto.
L’impegno dei “ministri del governo Salvini” sembra che sia rimasto lì e già si vedono le ragnatele, visto che nel frattempo non lo hanno neanche spolverato un po’.
Per capire di cosa stiamo parlando, è bene ricordare che le imposte sul costo della benzina alla pompa sono in una forbice di costi che vanno dal 60 al 70% del prezzo finale, e tra questi prelievi, oltre all’Iva, ci sono alcuni di questo tipo: guerra di Abissinia del 1935; crisi di Suez del 1956; disastro del Vajont del 1963; alluvione di Firenze del 1966; terremoto del Belice del 1968; terremoto del Friuli del 1976; terremoto dell’Irpinia del 1980; missione in Libano del 1983; missione in Bosnia del 1996; rinnovo del contratto degli autoferrotranviari del 2004; Fondo unico per lo spettacolo 2011; emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011; manovra economica Monti del 2011. E altri che non è difficile trovare usando un qualunque motore di ricerca in Rete.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc