Serve fare rete tra istituzioni per supportare il processo di trasformazione digitale che non è solo e-commerce ma necessita di competenze diverse. Questo quello che è emerso nel corso della seconda tavola rotonda (moderata da Giovanni Battista Dagnino docente della Lumsa e da Annalisa Tunisini, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore) del convegno Sinergie – Sima (Società italiana managment) in collaborazione con l’Università di Palermo e con il sostegno del Fondo sociale europeo Sicilia nell’ambito della programmazione 2014-2020.
A confronto istituzioni regionali, rappresentanti di aziende che hanno spiegato quali passi siano stati affrontati per assecondare il processo di digitalizzazione accelerato dalla pandemia. La rete tra istituzioni, è emerso, serve per creare sinergie e quelle risorse che oggi sono necessarie per il mondo del lavoro. “La trasformazione digitale” ha spiegato Roberto Lagalla, assessore regionale all’istruzione, “è un processo che coinvolge l’educazione a tutti i livelli dalla scuola primaria all’università. Il covid è l’inizio di un nuovo tempo storico: c’è stato qualcosa prima e ci sarà qualcosa dopo”. Per affrontare le nuove sfide del futuro, ha aggiunto Lagalla, “serve fare rete tra tutte le istituzioni capaci di supportare questo importante piano”.
“Il governo siciliano è impegnato nel pianificare il next generation ue con la programmazione e andremo ad investire tante risorse in nuova educazione. Lo scorso anno abbiamo fatto un investimento speciale e straordinario in educazione di 120 milioni per la formazione professionale e le scuole”. Da un lato le istituzioni e dall’altro le imprese: “quello che ci aspettiamo è una maggiore cooperazione tra pubblico e privato per creare un ambiente che aiuti la digital transformation e comprendere come gli investimenti in questo settore sono prioritari”, ha spiegato Eleonora Faina Direttore Generale di Anitec-Assinform, l’Associazione di Confindustria delle imprese di Information & Communication Technology (ICT) e dell’elettronica di consumo operanti in Italia, “l’Italia ha davvero una grande sfida davanti i prossimi anni. Quello che dobbiamo fare è focalizzare gli obiettivi e le opportunità che possiamo avere non è solo e-commerce, è molto più di questo ma ora è il momento di andare ancora più in profondità”.
A questo si aggiunge l’anno appena trascorso e la pandemia che ha portato ad accelerare alcuni processi che erano in atto, ma non tutte le imprese erano pronte come ha raccontato Albert Antonini Mangia
Business Development & Marketing Manager di Alibaba Group. “Il covid ha portato un nuovo tipo di prove per il mondo del business in Italia e nel Mondo e ha accelerato un po’ di processi che erano già presenti”, ha detto, “alcune compagnie erano più preparate di altre e adesso l’importanza della digitalizzaizon è cosa accettata. Ma non è un processo che non si conclude in una notte e investe un tema a lunga scadenza. Noi siamo coscienti dei problemi perché le aziende li fanno presenti e proviamo a camminare insieme”.
L’introduzione del digitale è stato un cambiamento molto veloce negli ultimi tempi, accelerato anche dalla pandemia. “Non c’è nessuna compagnia che è nata più di 15 anni fa che sia nata per essere digitale”, ha spiegato Claudio Raimondi, Direttore Commercial Operations di Vodafone Italia, quindi serve “ridisegnare i processi e poi bisogna guardare alle skills che in alcune società non sono presenti”. Non solo competenze ma anche ricercare un modello organizzativo adatto ai cambiamenti del tempo. Infine la testimonianza di Roberto Tobia, segretario di Federfarma che ha spiegato come le farmacie sono coinvolte nel processo di digitalizzazione da anni con il passaggio dalla ricetta cartacea a quella immateriale e che oggi “”diventano uno dei primi punti di soddisfacimento dei bisogni di diverse categorie di pazienti”. Certo, spiega Tobia, “il cammino è lungo e non senza ostacoli” e il covid “ha mostrato come il network delle farmacie sia stato davvero in prima file e come questo sistema possa davvero essere coinvolto in totale per prevenire la pandemia anche tramite i mezzi della trasformazione digitale”.