L’Unione Europea, con il Regolamento (UE) 2023/1115, è stata chiara: nessun prodotto legato alla deforestazione potrà più essere commercializzato nel mercato europeo. L’obiettivo è ambizioso: proteggere le foreste, combattere il cambiamento climatico e fermare un processo che, dal 1990, ha cancellato 420 milioni di ettari di boschi nel mondo. Una perdita che non è solo […]
“Il raddoppio della Ragusa-Catania non è un’opzione ma un necessità per il nostro territorio, che ha bisogno di quest’opera per andare praticamente da qualsiasi parte. A questa strada è legato il nostro sviluppo non solo economico, oltre che la vita di migliaia di persone che tutti i giorni si spostano per lavoro, per studio, per necessità. Occorre fare squadra, tutti, per un’opera imprescindibile, che o si fa adesso o vedrà il suo iter ricominciare da capo”. Le associazioni per il collegamento Ragusa-Catania scendono in piazza (o meglio, per strada) dandosi appuntamento sabato 11 per una marcia che li condurrà alle porte di Catania. Partecipano le associazioni di categoria e il Comitato – osservatorio Rg-Ct. Il 13 maggio è in programma a palazzo Chigi la riunione del Comitato interministeriale per la programmazione economica che deve pronunciarsi definitivamente sul progetto di finanza presentato dalla società committente, la Società autostrada Ragusa Catania (Sarc) presieduta da Vito Bonsignore.
Il concentramento è previsto con auto e mezzi nelle due stazioni di servizio lungo la S.S.115, nel tratto compreso tra lo svincolo “Bruscè Santa Croce” e lo svincolo “Castiglione Comiso”; quindi lo spostamento in direzione di Catania e l’arrivo alla stazione di servizio in contrada Coffa con una manifestazione. Aderiscono Confcommercio, Cna, Ance, Confinsutria, C.a.s.a, Confagricoltura, Confartigianato, Fnaarc, i sindacati di Cgil, Cisl e Uil e i parlamentari delle provincie di Ragusa e Siracusa. “Non è più possibile che la provincia di Ragusa sia l’unica senza un chilometro di autostrada”, conclude il manifesto, “non è più possibile aggiornare la conta delle vittime. Non è più possibile che le nostre merci perdano competitività. Non è più possibile rimangiarsi la parola”.