Si è svolta in questi giorni a Francoforte la missione di Intesa Sanpaolo dedicata alla promozione dello sviluppo dei porti italiani, attraverso la Zona Economica Speciale Unica del Mezzogiorno e le Zone Logistiche Semplificate del Centro Nord, con l’obiettivo di attrarre investimenti esteri e sostenere la competitività del sistema produttivo del Paese.
Dopo l’iniziativa dello scorso anno che da Napoli ha rilanciato la valorizzazione di queste aree strategiche, il Gruppo Intesa Sanpaolo, nell’ambito del più ampio piano da 410 miliardi di euro previsto a sostegno del PNRR, ha rinnovato il proprio impegno innalzando a 10 miliardi di euro il plafond nazionale dedicato ai nuovi insediamenti produttivi, all’ampliamento e ammodernamento di quelli esistenti, e agli investimenti nel settore energetico nella ZES e nelle ZLS, confermandosi come principale banca di riferimento in questo settore. Intesa Sanpaolo dispone inoltre di Desk specializzati su settori strategici come l’energia e lo shipping, proprio per fornire alle imprese le migliori soluzioni coerenti con i progetti di sviluppo.
E’ stata anche messa a punto la linea di finanziamento innovativa e a condizioni agevolate S-Loan ZES, destinata alle imprese interessate allo sviluppo sostenibile ed energetico all’interno di queste Zone. In queste aree Intesa Sanpaolo ha finanziato investimenti diretti e indiretti per oltre 5 miliardi di euro. Le agevolazioni fiscali concesse a favore della ZES e delle ZLS, la semplificazione operativa e amministrativa vigente in tali zone, unitamente alle linee di finanziamento a tassi agevolati garantite dalla Banca, rendono attrattivi gli investimenti su territori caratterizzati da una posizione strategica per le rotte e gli interscambi internazionali.
Il supporto del primo Gruppo bancario italiano al sistema della portualità italiana prevede anche:
Nella House of Logistics & Mobility di Francoforte i rappresentanti delle ZES, delle Autorità di Sistema Portuale, degli spedizionieri, degli operatori logistici e numerose imprese tedesche hanno dato vita al primo confronto estero sull’istituzione della Zona Economica Speciale Unica del Mezzogiorno, che dal 1° gennaio 2024 sostituirà le attuali otto ZES e sarà affidata a una cabina di regia governativa. Ben 25 aziende tedesche di vari settori presenti all’incontro hanno manifestato interesse verso il sistema portuale e logistico italiano.
Anna Roscio, Executive Director Sales & Marketing Imprese di Intesa Sanpaolo: “Il nostro Gruppo sostiene fattivamente lo sviluppo dell’economia marittima e del sistema portuale italiano attraverso la valorizzazione della ZES meridionale e delle ZLS del Centro Nord, un obiettivo annunciato lo scorso anno che ha già visto oltre 5 miliardi di finanziamenti diretti e indiretti a sostegno di investimenti dedicati. La missione in Germania ha congiunto l’impegno di diverse strutture di Intesa Sanpaolo alla partecipazione dei rappresentanti delle autorità portuali e dei commissari delle attuali ZES e ha visto la presenza di venticinque imprese tedesche, sensibili ai vantaggi fiscali ed amministrativi previsti ed interessate ad investire nel nostro Paese per sviluppare il proprio business, puntando su un sistema infrastrutturale di filiera che risponde al contesto geopolitico ed allo spostamento di rotte marittime ed interscambi commerciali verso il Mediterraneo”.
Vito Grassi, Vice Presidente di Confindustria e Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale di Confindustria: “Le ZES rappresentano un tassello importante nella strategia di politica industriale del Paese e soprattutto del Mezzogiorno. Sono strumenti unici e innovativi per il loro approccio integrato, in grado di unire interventi di contesto ad azioni specifiche, per un intervento a 360° sul sistema produttivo. Costituiscono inoltre una leva fondamentale per l’attrazione degli investimenti. Per questo Confindustria ha creduto nelle ZES sin dalle prime battute. La ZES Unica è un progetto ambizioso che, riecheggiando alcuni elementi della stagione dell’intervento straordinario, intende andare oltre la riperimetrazione delle aree e muovere verso una prospettiva strategica rinnovata e, auspichiamo, caratterizzata una più solida connotazione produttiva, anche con riferimento a settori strategici, come quello dell’Economia del Mare, e a obiettivi di politica industriale territoriali. Per passare dall’annuncio alla realtà ed evitare che il nuovo modello blocchi i processi già in corso, serviranno lucidità politica, celerità attuativa, risorse adeguate e capacità amministrativa. Come già fatto in questi anni, Confindustria non farà mancare il proprio supporto e il contributo in termini di idee e proposte”.
Secondo stime di SRM – Centro Studi collegato a Intesa Sanpaolo, nelle Free Zone a regime si può ottenere un incremento dell’export del territorio fino al 4% e un aumento del traffico dei container fino a raggiungere l’8,4%. Anche il PNRR punta sulle ZES assegnando 630 milioni di euro a progetti logistico-portuali e di connessione ferroviaria/stradale per consolidare i collegamenti tra i porti e le aree produttive, con l’obiettivo di assicurare un adeguato sviluppo delle connessioni con la rete nazionale dei trasporti e in particolare con le reti Trans Europee (TEN-T). Ad oggi le ZES hanno favorito, attraverso le autorizzazioni uniche, lo sviluppo di oltre 160 investimenti industriali e logistici nelle regioni meridionali. Il Piano ha inoltre stanziato 9,2 miliardi di euro per lo sviluppo delle infrastrutture portuali, con particolare riferimento a digitalizzazione e sostenibilità, a cui è agganciata la competitività del nostro Paese nel Mediterraneo, un mare che intercetta il 20% del flusso mondiale di merci e gestisce il 30% del traffico energetico.