E’ ciò che è accaduto, nel 2015, per otto supermercati del sud-est della Sicilia che, per Coop Sicilia, erano ormai un peso, anche perché già la politica di Legacoop era quella di puntare sugli ipermercati (nel 2007 a Ragusa ne venne inaugurato uno all’interno del centro commerciale Ibleo, una struttura di oltre 4 mila mq). Per i dipendenti della ex “Cooperativa 1 Maggio”, che gestiva i supermercati del sud-est, le strade erano 2: o andare a casa o essere assorbiti nei punti vendita di Palermo. Il compito di gestire la delicata situazione venne affidato al Capoarea Giovanni Barrera che, attraverso i sindacati, avrebbe dovuto comunicare la notizia ai dipendenti.
“Molto probabilmente- ha raccontato a La Sicilia Barrera – io avrei comunque mantenuto il mio posto, ma quella scelta mi sembrò scellerata, i dipendenti, molti con famiglie a carico, avrebbero dovuto cambiare radicalmente le loro vite. A quel punto decisi invece di parlare con loro, cercando insieme delle soluzioni. In quel momento ci è caduto il mondo addosso, non avevamo alternative: o Palermo oppure presentare una proposta di acquisizione dei negozi, scegliemmo la seconda e, dopo una lunga ed estenuante trattativa, riuscimmo a farci assegnare solo tre supermercati degli otto della ex Cooperativa 1 maggio: Pozzallo, Scicli e Pachino”, tre supermercati che avevano fatto registrare un crollo di fatturato passando da poco oltre 6 milioni di euro del 2011 a 2 milioni nel 2014.
Nacque così la Cooperativa Giorgio La Pira, non più di consumatori, ma di lavoratori, 22 per l’esattezza, che decisero di mettere tutto nel progetto investendo i proventi del Tfr ricevuto dopo il licenziamento da Coop Sicilia. Il primo periodo di gestione fu tutt’altro che semplice, anche perché puntarono tutto sul marchio Sisa, fallito appena sei mesi dopo la riapertura del primo supermercato. Dopo pochi mesi la Cooperativa dovette quindi resettare tutto, cogliere i cocci e ripartire. Nell’operazione di costruzione molto importante è stato l’intervento del gruppo dei Fratelli Arena che oggi assiste la Cooperativa dando supporto commerciale e professionale. Il lavoro di programmazione è stato molto complesso e articolato ed è stato possibile grazie anche alla regia di professionisti come Pietro Barbieri, Paolo Bedeschi e Sandro Artini, ex dirigenti della Coop che si sono spogliati della loro maglia per supportare un progetto ritenuto etico. “Non sono siciliani – spiega Barrera, oggi presidente del Cda– ma credono fortemente nella cooperazione nel suo senso più sano e amano la nostra terra”.