E’ sempre la solita storia che sembra non interessare a nessuno. Basta poco e l’autostrada A 29 si paralizza. E non parliamo di una bretella secondaria: la A29 è quella che collega Palermo a Mazara del Vallo e quindi anche a Trapani, all’aeroporto di Birgi, a tutto il fronte dei centri turistici della Sicilia occidentale (da Terrasini a San Vito Lo Capo, a Marsala e così via), quella che collega a tutta l’area della Sicilia del vino, del sale. Insomma, quell’autostrada che è asse fondamentale per una buona parte della Sicilia e per la sua economia è un imbuto che fa presto a otturarsi.
E’ successo ancora domenica pomeriggio 5 maggio: tre ore per arrivare dall’aeroporto Falcone Borsellino, a Punta Raisi, al centro di Palermo: una trentina di chilometri, per chi non ha contezza delle distanze. Roba che si fa in una ventina di minuti, in genere. Ma su quell’autostrada tutto è possibile: basta un piccolo incidente, una macchina in panne, una cosa da nulla per paralizzare tutto. Questo è avvenuto domenica pomeriggio: un tamponamento tra qualche auto dicono le cronache ha messo in croce parecchie migliaia di automobilisti.
Sotto accusa, ovviamente, c’è una infrastruttura progettata male e realizzata peggio ormai inadeguata. Mentre il dibattito sul ponte sullo Stretto va avanti, l’isola di dibatte in una arretratezza insostenibile: le immagini di tutte quelle auto in coda spaventano chiunque figurarsi turisti e investitori: provate a immaginare quanto ha pagato per un taxi il turista o uomo d’affari che domenica pomeriggio si è ritrovato su quell’autostrada arrivando da Punta Raisi. Ma è un tema che non interessa nessuno evidentemente perché la situazione è quella da almeno trent’anni. Così mentre ci ammorbano con i loro discorsi sulle infrastrutture continuiamo ad avere quello che c’è sempre stato e la modernizzazione dell’isola aspetta ancora che lorsignori escano dalla perenne distrazione che il potere gli consente.