L’Unione Europea, con il Regolamento (UE) 2023/1115, è stata chiara: nessun prodotto legato alla deforestazione potrà più essere commercializzato nel mercato europeo. L’obiettivo è ambizioso: proteggere le foreste, combattere il cambiamento climatico e fermare un processo che, dal 1990, ha cancellato 420 milioni di ettari di boschi nel mondo. Una perdita che non è solo […]
Dal 26 al 29 aprile i sindaci delle 430 “Città del vino” italiane tornano a riunirsi nella convention di primavera, in programma a Noto (Siracusa) per discutere dei grandi temi dei territori a vocazione vitivinicola, dall’enoturismo ai piani regolatori del Vino, dalla promozione dei vitigni antichi e autoctoni alla riqualificazione ambientale.
Le Città del vino – associazione nata a Siena nell’87 per iniziativa di 39 sindaci – tornano a richiamare l’attenzione sul Testo unico del vino, di cui si attendono i decreti attuativi, e sulle norme sull’enoturismo approvate con un emendamento alla legge di bilancio durante la precedente legislatura. Tra i temi della convention ci sono anche la costituzione di una regia unica e il riconoscimento delle “Città d’identità”, quell’insieme di aggregazioni virtuose dei territori attorno a una vocazione specifica: le Città del vino, le Città dell’olio, le Città del tartufo, del pane, dei muri dipinti, etc. L’iniziativa è partita dalle Città del vino e dell’olio che hanno già firmato un protocollo d’intesa per sviluppare un nuovo progetto a vantaggio dei territori più estesi. “La scelta di collaborare più strettamente con le altre Città d’identità arriva in un momento in cui il settore enoturistico mostra segni di maggior maturità e crescita – dice il presidente di Città del vino, Floriano Zambon -. Tuttavia la situazione politica attuale crea incertezza e instabilità. Auspichiamo un solido accordo di governo per rilanciare anche il nostro settore”.
Secondo l’ultimo rapporto sull’enoturismo in Italia, curato da Città del Vino e Università di Salerno, il comparto mostra segnali molto positivi: oltre 14 milioni di accessi enoturistici in Italia e un giro d’affari di 2,5/3 miliardi di euro l’anno.