Sei problemi su otto, pubblicati tra gli esempi di prove dal Miur il 20 dicembre scorso per la seconda prova del Liceo Scientifico, sarebbero stati estrapolati dal testo del matematico Igor Idorov Problems in General Physics, edizioni MIR, Moscow.
Lo sostengono alcuni docenti di matematica e fisica. Secondo la Commissione Italiana per l’Insegnamento della Matematica (CIIM), “le simulazioni di prova proposte anche negli anni scorsi dal Ministero hanno mostrato uno scollamento sorprendente con la realtà scolastica dei nostri licei scientifici e, anche le ultime simulazioni pubblicate, tra l’altro ispirate da un libro di testo straniero di quasi 40 anni fa, confermano questa impressione e soprattutto non chiariscono per niente cosa intenda il MIUR con prova di matematica e fisica”.
La rivista “Roars” ne ha voluto sapere di più, andando a raffrontare le due versioni. Confermando la tesi dei matematici: “Degli 8 quesiti di Fisica proposti dai “tecnici esperti” – scrive “Roars” – ben 6 sono frutto di copia conforme (con tanto di scansione di figura originale), semplicemente tradotta, di un testo russo del 1979, facilmente scaricabile in rete: I.E Irodov, Problems in General Physics, MIR, Moscow”. Da un riscontro fatto delle due versioni, la russa e quella proposta dal Miur, si tratterebbe quindi in modo inequivocabile di una riproduzione “di un testo di livello universitario, destinato a studenti di Fisica”.
La rivista si chiede, quindi, cosa dovrebbero dire gli insegnanti dinanzi a questa situazione: “Al senso di frustrazione dovuto alla totale sordità da parte del Ministro di fronte alle loro richieste legittime e motivate – commenta ancora la rivista – si aggiunge la beffa: dopo aver lavorato con serietà e impegno per 5 anni insieme ai loro studenti, si trovano a dover svolgere compiti scopiazzati – come da peggior copione scolastico – da “tecnici esperti” delle commissioni ministeriali. Chi sono e quali compensi percepiscono per questo lavoro?”. Ma forse c’è anche un’altra possibile spiegazione al fatto: “la stessa riforma della Buona Scuola non è altro che la scopiazzatura di una “Khoroshaya Shkola” (Buona Scuola) progettata dal PCUS prima della caduta del muro di Berlino”.
La nuova maturità continua a non convincere: alla decisione di cambiare le prove in corso d’anno, con la Circolare Miur 3050 – che ha cancellato il “quizzone”, ampliato le due prove scritte rimaste, introdotto un esame orale più articolato, conferito maggiore punteggio al credito scolastico, oltre ad aver ridotto la portata delle prove Invalsi e dell’alternanza scuola-lavoro -, ha fatto seguito il decreto 769 sulle nuove griglie di valutazione degli scritti ed ora anche la pubblicazione delle materie della seconda prova, attraverso il decreto 37 del 18 gennaio scorso, degli elenchi delle materie affidate a commissari esterni e di alcuni punti fondamentali dell’Esame di Stato che si andrà a svolgere a partire dal prossimo 19 giugno.
A destare molte perplessità è ora la seconda prova, in forma mista, che comprenderà, ad esempio, allo Scientifico Matematica e Fisica, mentre al Classico Latino e Greco: in particolare, a non convincere sono gli esempi proposti dal Ministero dell’Istruzione per i licei scientifici, la cui prova prevede la risoluzione di un problema a scelta del candidato tra due proposte e la risposta a quattro quesiti tra otto proposte.
Anief ritiene che il Ministero debba fornire spiegazioni esaustive sulla vicenda, perché il silenzio, dinanzi a indizi così evidenti di copiatura della prova dal libro di testo russo, alimenta i sospetti. “Riteniamo importante fare chiarezza – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – perché si tratterebbe di una circostanza inspiegabile, poiché attuata da chi è deputato per legge a garantire la massima obiettività e la ricerca del rigore nella definizione delle prove nazionali che ogni anno mezzo milione di alunni si trovano ad affrontare”.
“In caso contrario, qualora il Ministero dell’Istruzione decidesse di non intervenire, si confermerebbero anche i timori dell’Anief sulla superficialità verso cui si stanno portando i nostri Esami di Stato: un piano voluto dall’amministrazione, probabilmente anche in vista dello svuotamento progressivo del valore legale del titolo di studio, il quale, invece, continua oggi a rappresentare l’unica garanzia di uniformità dei titoli conseguiti nel territorio nazionale”, conclude il sindacalista autonomo.