Pubblicato il: 18/09/2016
Medici, al via il progetto Life support emergency management
Gestire al meglio i bisogni sanitari e la complessità delle operazioni di soccorso per affrontare situazioni speciali, dalle macro emergenze alle catastrofi naturali. Questo l’obiettivo del progetto pilota “Life support emergency management”, presentato a Villa Magnisi, sede dell’Ordine dei medici di Palermo, alla presenza dei presidenti Omceo della Sicilia, guidati da Toti Amato, l’assessore regionale della Salute Baldo Gucciardi, il sottosegretario al Miur Davide Faraone e il vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana Giuseppe Lupo.
Per la prima volta in Italia nasce un’alleanza istituzionale, mirata alle maxiemergenze, tra la Regione siciliana e gli Ordini dei medici siciliani, in linea con la direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 22 giugno 2016.
“Non basta aumentare le squadre di soccorso per affrontare al meglio uno scenario di maxi-emergenza. La complessità delle operazioni di soccorso come nel caso di un terremoto – ha detto il presidente dell’Omceo di Palermo Toti Amato, in rappresentanza di tutti gli Ordini dei medici siciliani – impone un approccio assolutamente diverso rispetto a quello adottato nell’emergenza medica di tutti i giorni. La Regione metterà gli strumenti, gli Ordini dei medici organizzazione, formazione e professionalità”.
“La casistica – prosegue Amato – ci ricorda molti episodi, tragici e meno tragici, che hanno messo in crisi sistemi di soccorso impreparati o non adeguatamente attrezzati per situazioni speciali. Il progetto che stiamo avviando è un modello operativo e organizzativo nuovo che, mettendo insieme istituzioni e personale sanitario, darà vita a “Emergency group Regione Sicilia”. Un team di medici specialisti e personale sanitario preventivamente formati. Abbiamo già messo a punto una trentina di corsi che partiranno già da ottobre”.
Il progetto si sviluppa lungo quattro direttrici.
La prima linea d’intervento è la formazione, realizzata in stretta collaborazione con l’assessorato alla Salute, il 118 e il dipartimento della Protezione civile regionale. Sarà declinata a tutte le figure sanitarie coinvolte nel progetto, a partire dai medici di Medicina generale che la direttiva ministeriale ha responsabilizzato formalmente nella gestione del post emergenza. Saranno formati infermieri, psicologi, assistenti sociali, soccorritori e altri specialisti che si rendono necessari.
Il secondo indirizzo del progetto prevede la copertura dei soccorsi nei comuni geograficamente più difficili da raggiungere dal 118. A supporto, i medici di Medicina generale saranno formati per la gestione della cosiddetta Funzione 2 nei Centri operativi comunali (Coc).
Il terzo intervento è indirizzato a mettere a sistema azioni e comportamenti di tutti gli attori della gestione sanitaria (medici di Medicina generale, pediatri, psicologi, assistenti sociali, associazioni di volontariato, 118, ospedali) che intervengono dal territorio sino all’ospedale.
La quarta direttrice prevede l’istituzione di “Emergency group Regione Sicilia”, cioè un gruppo di intervento medico regionale destinato innanzitutto al supporto sanitario nelle situazioni speciali di grande emergenza, ma anche laddove ci sia uno squilibrio tra le risorse sanitarie disponibili e il numero delle persone da soccorrere e sostenere. Ogni intervento sarà messo in campo in sinergia con gli organi preposti: l’assessorato della Salute e i dipartimenti della Protezione civile, nazionale e regionale.
Faranno parte di “Emergency group” medici specialisti e personale sanitario preventivamente formati e dotati di Pass (Posto di assistenza socio-sanitaria) e di unità mobili di soccorso e assistenza, che funzioneranno da Pma di primo e secondo livello, con le caratteristiche e le attrezzature necessarie ad una rapidissima mobilitazione e al trattamento dei pazienti più critici da trasferire in ospedale. Con i Pass, che sono strutture campali in grado di intervenire dopo 48/72 ore dall’evento, potrà essere installato un presidio sanitario nei campi di accoglienza, nel caso di un terremoto, per ristabilire l’assistenza di base.