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Una mafia sempre più armata e radicata nel territorio, ma capace di operare in modo discreto e sommerso. Questo il quadro inquietante emerso dalle audizioni della commissione Antimafia dell’Assemblea Regionale Siciliana (ARS) a Messina, presieduta da Antonello Cracolici. La criminalità organizzata, sebbene meno visibile rispetto al passato, continua a esercitare un controllo capillare sul territorio, tra estorsioni, traffico di droga e frodi ai danni dello Stato.
Secondo il presidente Cracolici, “circolano tantissime armi che, da evidenze investigative, non mostrano una ripresa della violenza, segno di una mafia sempre più armata ma che sceglie di essere sommersa”. Le famiglie mafiose mantengono una presenza stabile sul territorio, con una continuità quasi dinastica, caratterizzata dagli stessi cognomi che si tramandano di generazione in generazione. Un fenomeno che dimostra la longevità e la capacità di adattamento della criminalità organizzata.
Il ricatto silenzioso: estorsioni e assenza di denunce
La commissione Antimafia ha evidenziato come l’attività estorsiva sia ancora diffusa, sebbene si registri un paradossale calo delle denunce. Questo dato allarmante suggerisce una sorta di “messa a disposizione” degli imprenditori, che preferiscono collaborare passivamente con i mafiosi piuttosto che rischiare ritorsioni. Un atteggiamento che alimenta il potere della criminalità e ne favorisce la sopravvivenza nel tessuto economico e sociale.
Le truffe sui fondi Agea: un altro fronte della mafia sommersa
Oltre alle estorsioni, un altro canale di arricchimento per la mafia è rappresentato dalle truffe sui fondi Agea, destinati all’agricoltura. La criminalità organizzata sfrutta metodi sofisticati per superare i controlli, utilizzando prestanome apparentemente insospettabili per aggirare le certificazioni antimafia e accedere ai contributi pubblici. Un sistema che danneggia l’economia legale e sottrae risorse a chi ne avrebbe realmente diritto.
Il boom del traffico di droga: una minaccia per i giovani
A due anni dalla precedente audizione della commissione a Messina, il traffico di droga risulta in crescita. Il riciclaggio dei capitali accumulati avviene principalmente nel settore delle scommesse e nel circuito economico tradizionale. Particolarmente preoccupante è la diffusione del crack, il cui prezzo ridotto ha portato a un aumento del consumo tra i minorenni. Un solo grammo di cocaina può essere trasformato in venti dosi di crack, amplificando così il problema sociale e sanitario legato alla tossicodipendenza.
Nonostante la percezione diffusa di una mafia meno pericolosa rispetto al passato, il quadro delineato dalla commissione Antimafia dimostra il contrario. “La lotta contro le mafie deve continuare, perché cosa nostra non è un fenomeno del passato. Se vogliamo sconfiggerla, dobbiamo impegnarci tutti”, ha sottolineato Cracolici.
Il confronto con le istituzioni: un impegno collettivo
Nel corso della visita a Messina, la commissione Antimafia ha incontrato la prefetta Cosima Di Stani, il comitato per l’ordine e la sicurezza, il procuratore generale della Corte d’Appello di Messina, Carlo Caponcello, e Antonio D’Amato, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Messina. In seguito, si è tenuta un’importante audizione con i 108 sindaci del Messinese, con l’obiettivo di affrontare le problematiche legate alla presenza della criminalità organizzata nel territorio.
Il lavoro delle istituzioni, insieme alla consapevolezza e alla collaborazione della società civile, rappresenta l’unica via per contrastare una mafia che, pur operando nell’ombra, continua a condizionare la vita economica e sociale della Sicilia.