Mistretta – Un’indagine a tutto campo. Che punta in più direzioni. I carabinieri di Mistretta, dopo una prima fase di indagini di iniziativa, hanno alzato il tiro e coordinati dalla Procura di Patti hanno dato un’accelerata a un’inchiesta che si annuncia molto delicata. I fronti sono almeno due: il primo riguarda la correttezza degli atti amministrativi e in particolare l’azione dell’amministrazione guidata dal sindaco Liborio Porracciolo sul fronte dei fondi rustici. Il secondo invece riguarda possibili indebite percezioni di contributi pubblici della comunità europea erogati tramite Agea.
Sono gli stessi carabinieri a spiegare in dettaglio il tutto, introducendo per la prima volta in questa intricata storia un accostamento che fa accapponare la pelle, quello con la mafia dei pascoli e il rispetto del cosiddetto protocollo Antoci: “Le indagini – si legge nel comunicato stampa diffuso dai carabinieri -, in particolare, oltre a verificare se vi sono stati abusi od omissioni nella conduzione del patrimonio comunale, sono tese a stabilire se i fondi stessi, anche attraverso prestanome, o subentri, siano entrati nella disponibilità della c.d. “mafia dei pascoli” che il c.d. protocollo “Antoci”, adottato dal Comune, si prefigge di contrastare”.
Non solo. Aggiungono di più: “Sono già al vaglio degli inquirenti della Compagnia Carabinieri numerosi fascicoli aziendali posti sotto la lente d’ingrandimento per verificare l’entità delle indebite percezioni di contributi pubblici della comunità europea erogati tramite Agea cui avrebbe dato luogo anche la gestione poco trasparente della predetta amministrazione”. Insomma, sembra di capire dal comunicato stampa che via sia una diretta connessione tra la mancata applicazione del protocollo Antoci e la possibile indebita percezione di contributi da parte di alcuni o molti soggetti. Il sindaco di Mistretta, in una nota, racconta alla cittadinanza e all’opinione pubblica la sua verità.
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