Raccontare le aziende, la loro storia ma anche il loro impegno sul territorio e per il sociale. Un modo diverso, insomma, di vedere le imprese mettendo in evidenza non soltanto l’attività che crea profitto all’imprenditore ma anche il fatto che si tratta di un patrimonio per la comunità. Le aziende, infatti, conservano valori, cultura, radici che altrimenti andrebbero perse. E sempre più spesso sono l’ultimo baluardo contro lo spopolamento delle aree interne della Sicilia.
A narrare sono gli stessi protagonisti del progetto sperimentale Fattore S, una serie di videostorie dedicate alle aziende dove la “S” è il filo conduttore: la “S” di “Sicilia”, “Solidarietà”, “Sociale”, “Storia” ma anche “Successo” e “Soldi”… Dall’impresa tessile che organizza anche corsi di lingua siciliana al centro che si occupa di formare giovani in quartieri difficili, dal birrificio che abolisce gli orari di lavoro alla società di servizi che opera al Nord ma mantiene le radici salde in Sicilia dando opportunità ai giovani laureati dell’Isola: sono tante e diverse tra loro le realtà narrate in “Fattore S”. Tutte però sono accomunate dalla volontà di creare benessere non solo profitto.
Le videointerviste saranno pubblicate sul web, sui social network e sulle piattaforme video con l’obiettivo della “condivisione” di queste esperienze in modo che possano servire da spunto per chi vuole avviare un’attività, da stimolo per chi ha già un’azienda, da esempio per chi vuole creare lavoro e sviluppo nel territorio. L’iniziativa è stata realizzata Sdi – Soluzioni di impresa in collaborazione con l’associazione culturale Network. Le video storie si potranno vedere su https://www.soluzionidimpresa.it/fattore-s/.
“Fattore S – spiega Massimo Plescia, fondatore di Sdi – Soluzioni di impresa – è una narrazione che vuole dare un pubblico riconoscimento ai tanti imprenditori che non pensano solo al proprio profitto, ma anche alla crescita del proprio territorio e dei propri dipendenti. Vogliamo che Fattore S possa esser da stimolo per coloro che non lo fanno, per cominciare a vedere la propria impresa come parte di una comunità. L’obiettivo è dare una visione dell’impresa diversa. Vogliamo dare grande attenzione alle aree interne e ai piccoli paesi. La Sicilia si sta svuotando, i laureati lasciano le grandi città e i paesi invecchiano; ma in questi luoghi ci sono patrimoni da non disperdere e da valorizzare”.