“In un quadro di maggiore vitalità del mercato immobiliare gli indicatori rilevati nel corso del secondo semestre dell’anno non consentono di annoverare Palermo tra i mercati in avvio di ripresa. Rispetto alla precedente rilevazione, i prezzi di compravendita hanno registrato performance negative in tutti i comparti” – è quanto emerge dall’analisi del 3° Osservatorio Immobiliare 2017 di Nomisma
Nella seconda parte dell’anno il mercato residenziale palermitano non ha mostrato segni di miglioramento. Sul versante dei prezzi si è assistito a un calo che ha interessato tutte le zone della città, con riferimento sia alle abitazioni usate sia alle nuove. Il mercato di queste ultime ha registrato flessioni maggiori su base semestrale e annuale, evidenziando una riduzione media rispettivamente pari a -1,6% e -2,4%. I tempi medi di vendita restano pressoché invariati rispetto al semestre precedente (6,2 mesi per le abitazioni usate e 6 per quelle nuove). Nonostante gli sconti sui prezzi inizialmente richiesti per il nuovo e per l’usato siano in calo (rispettivamente 9,5% e 16,5%), si confermano tra i più alti registrati sul territorio nazionale. Nel secondo semestre dell’anno il mercato della locazione ha evidenziato variazioni negative (-1,1% su base semestrale e -1,9% su base annuale), prevalentemente a causa della fragilità dei mercati cittadini semicentrali e periferici. I tempi medi di locazione rimangono stabili attestandosi nell’ordine dei 3,5 mesi, mentre sul fronte dei rendimenti potenziali lordi si assiste a un’invarianza del dato che si mantiene da più semestri pari al 5,6%.
Prosegue nel secondo semestre la congiuntura negativa del mercato direzionale palermitano. I valori di compravendita sono ulteriormente calati e la situazione risulta più critica nelle periferie dove si sono toccate punte del -2,7% e del -4,4% (rispettivamente su base semestrale e su base annua). Per concludere una compravendita sono necessari in media 9 mesi, mentre lo sconto accordato si conferma pari al 18,5%. Non risulta migliore la situazione relativa al segmento dell’affitto; la variazione dei prezzi ha fatto segnare -1,4% su base semestrale, mentre i tempi di locazione hanno si sono lievemente contratti registrando un dato medio pari a 5,7 mesi. In lieve aumento, in conseguenza della dinamica dei prezzi, i rendimenti potenziali lordi da locazione, attualmente pari al 5,2%.
Il comparto commerciale nell’ultimo semestre presenta un andamento negativo più marcato rispetto agli altri comparti. Con riferimento al segmento della compravendita, una flessione del -1,4% su base semestrale ha consentito un modesto incremento dell’attività transattiva, che si mantiene tuttavia su livelli insufficienti. La debolezza del quadro è ulteriormente testimoniata dall’allungamento dei tempi medi di vendita passati da 7,5 a 8,5 mesi. Non migliora la situazione relativa al segmento della locazione, che continua a non mostrare segni di ripresa. La precarietà del quadro è più accentuata, come di consueto, nelle zone periferiche dove si sono registrate contrazioni par all’1,7% e al 3,3% rispettivamente su base semestrale e annuale. Anche nel comparto commerciale si assiste a una lieve riduzione dei tempi medi di locazione passati da 5 a 4,8 mesi.
Nel corso del 2017 il mercato dei capannoni presenta segnali di debolezza accentuati da un arretramento dei valori. In particolare, con riferimento ai prezzi di capannoni nuovi e usati, la variazione annuale si è attestata rispettivamente intorno al -1,3% e -2,2%. L’abbassamento dei valori ha probabilmente favorito una maggiore accessibilità al mercato da parte della domanda, come dimostra l’andamento dei tempi medi di vendita passati da 12,5 a 12 mesi. Analoga la situazione sul versante locativo, dove a fronte di un dato negativo relativo ai canoni dei capannoni usati (-3,2%) si registra una diminuzione dei tempi medi di affitto passato da 8,5 a 7,8 mesi.
Le previsioni degli operatori per i primi mesi del 2018 non paiono improntate all’ottimismo. L’evidente eccesso di offerta, che caratterizza sia il mercato della compravendita sia quello degli affitti, rappresenta un elemento di penalizzazione delle prospettive.