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La Sicilia rischia di non vedersi riconosciute da Bruxelles spese per 125 milioni di euro di Fondi Ue. Si tratta di quei fondi certificati l’anno scorso dalla Regione a valere sui cosiddetti progetti retrospettivi: un escamotage utilizzato per raggiungere il target fissato per la spesa dei Fondi Ue. Il problema è stato sollevato dal deputato regionale del Movimento Cinque Stelle Luigi Sunseri in Commissione Ue dell’Ars: la Commissione Europea ha certificato in questi giorni con nota ufficiale significative carenze nel funzionamento del sistema di gestione e controllo del FESR Sicilia 2014-2020.
“Non accadeva dal 2012 – dice il deputato dei Cinque Stelle -. In sostanza Bruxelles ha scoperto il giochetto dei progetti retrospettivi per i quali avevamo messo in guardia Musumeci già da mesi. Le carenze rilevate riguardano in particolare procedure di scelta molto generiche delle operazioni da ammettere a cofinanziamento all’interno del programma. Stiamo in pratica parlando dei progetti Retrospettivi – i ‘non – nativi’: opere che sono in realtà già in costruzione ma finanziate con soldi dello Stato o delle Regioni, di cui si chiede il Rimborso. Senza l’inserimento di tali progetti la Regione Sicilia, al 31 dicembre 2018, non avrebbe mai potuto raggiungere il target N+3 ma, come abbiamo più volte ribadito e denunciato, i progetti Retrospettivi non sono altro che un escamotage amministrativo studiato dai tecnici di Palazzo d’Orleans per provare a mettere una pezza alla pessima gestione dei Fondi Europei”.
“Si tratta di una azione molto grave – sottolinea il deputato – che non capita spesso nella gestione dei fondi UE e che merita un’attenzione particolare da parte di tutta l’Amministrazione Regionale: Il regolamento UE parla chiaro, se lo Stato membro, insieme all’autorità di Gestione, non adotta le azioni necessarie per porre rimedio alla situazione che ha dato origine a un’interruzione, si rischia di incorrere nella sospensione della totalità o di una parte dei pagamenti intermedi. Queste azioni della Commissione sono estremamente rare e vengono precedute da interlocuzioni varie, richieste e scambi di informazioni, riunioni, tavoli tecnici, comitati. La mancanza di risposta del Governo Musumeci provoca il chiaro ammonimento giunto alla Regione. Bruxelles in sostanza dice: Finché non sistemerete i problemi riguardanti la programmazione, l’Europa non erogherà un euro del Fesr. Il classico pasticcio dovuto a incapacità tecnica, politica e di ascolto, perché noi, sebbene da opposizione, avevamo già messo in guardia Musumeci da questa possibilità. Oggi arriva questa doccia fredda e a farne le spese sono, come sempre purtroppo, i siciliani” conclude Sunseri.