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Regione siciliana, Musumeci: “A Termini Imerese un polo dell’agroindustria”

E’ la Sicilia al 2030 quella alla quale guarda il presidente della Regione, Nello Musumeci, che ha messo al lavoro una squadra di “saggi” per immaginare e disegnare il futuro dell’isola. Ma è anche la Sicilia che entro dieci anni esige che l’industria petrolifera completi la transizione dal fossile al bio. Ed è la Regione che immagina una piano di infrastrutture in grado di posizionarla strategicamente nel Mediterraneo: un aeroporto hub a Catania, un porto hub ad Augusta in grado – l’uno – di assicurare voli intercontinentali diretti e – l’altro – di intercettare l’imponente flusso mercantile che oggi transita da Suez direttamente verso Gibilterra e i Paesi nordeuropei. Nel corso di un forum organizzato dall’agenzia di stampa Il sole 24 Ore Radiocor, Musumeci ha parlato anche della difficile situazione delle strade (l’Anas “è un pachiderma”), delle verifiche avviate su tremila ponti e viadotti, della necessità di anticipare il potenziamento della ferrovia Catania-Palermo rispetto all’obiettivo del 2025 indicato da Rfi, dei contatti in corso con Enel per produrre più energia da fonte idroelettrica, della necessità di attrarre investitori stranieri a Termini Imerese, della rinascita di Irfis-Finsicilia al servizio delle piccole e medie imprese, dopo una parentesi in cui l’istituto era stato dirottato in una discutibile competizione con le banche tradizionali.

“Non siamo nemici dei petrolieri” ma “i petrolieri devono adeguare i propri impianti alle esigenze di questa rinnovata sensibilità ambientale: abbiamo detto con chiarezza che vogliamo entro 10 anni i prodotti petroliferi trasformati da fossili a biologici. Non si transige”, dice Musumeci. A Gela Eni ha sottoscritto un accordo con la Regione per la conversione in bioraffineria operativa a breve: “E’ il nostro modello sperimentale; noi abbiamo investito come Regione 10 milioni di euro, 15 milioni li ha messi a disposizione lo Stato e siamo pronti a intervenire ancora con altre risorse. Aspettiamo la manifestazione di interesse da parte delle imprese che, debbo dire, finora non e’ stata sufficientemente soddisfacente”. Intanto la Sicilia “oggi non produce sufficiente energia per essere autonoma ma negli ultimi mesi e anni sono stati fatti giganteschi passi in avanti” e “con orgoglio dico che con le risorse investite la Sicilia nello spazio di 2-3 anni puo’ diventare autosufficiente” puntando su “energia pulita”.
“Con Enel abbiamo un ottimo rapporto e anche con Terna e l’obiettivo e’ sfruttare al massimo tutte le potenzialita’ per produrre energia senza incorrere nel rigore della legge nella scelta del sito”. Anzi, annuncia Musumeci, “abbiamo un incontro con Enel gia’ previsto per utilizzare la caduta
d’acqua, pratica antica ma attuale ed efficace” per valutare potenziali impianti idro. “Abbiamo 25 dighe in Sicilia sottoposte al controllo della Regione e 18 delle 25 non sono mai state collaudate seppur realizzate 25-30 anni fa”. C’e’ poi il tema degli elettrodotti e dei vincoli paesaggistici. “Il problema e’ riuscire a rendere compatibile con le norme vigenti la collocazione degli elettrodotti con una serie di vincoli passeggistici che in Sicilia ci sono gia’, che ci siamo gia’ ritrovati e pongono problemi interpretativi. Abbiamo aperto in questi giorni un confronto con le 9 sovrintendenze per rivedere i piani paesaggistici gia’ varati, senza alcun compromessi perche’ sull’ambiente non ci possono essere compromessi al ribasso ma possono essere possibili riperimetrazioni. Entrambi sono obiettivi sani da raggiungere: la tutela del paesaggio e il potenziamento dell’energia; per farlo serve, pero’, evitare che un ricorso, dopo l’avvio dell’infrastruttura, possa bloccare un cantiere per due-tre anni”.

“La Sicilia e’ la naturale piattaforma logistica del Mediterraneo e avrebbe bisogno di un aeroporto hub al centro tra Catania e Palermo. Oggi per andare negli Stati Uniti dobbiamo passare per Fiumicino o Linate. Realizzare un aeroporto hub nella piana di Catania significa affrancare la Sicilia dalla subordinazione dei grandi aeroporti italiani consentendo di andare negli Usa o in Cina direttamente dalla Sicilia”, ha detto il presidente della Regione Siciliana: “I cinesi avrebbero voluto realizzarlo ma la proposta si e’ scontrata – mi dicono – con problemi di rapporti internazionali con gli Stati Uniti”. Per Musumeci, inoltre “avere le Zes (zone economiche speciali, ndr) in Sicilia senza avere un porto hub capace di intercettare il sostenuto flusso mercantile del Mediterraneo, rappresenta un danno e una beffa. Dal canale di Suez – ha spiegato – arrivano ogni giorno centinaia di navi, che invece di approdare a un porto siciliano vanno verso lo stretto di Gibilterra e risalgono verso il Nord Europa. Il porto di Augusta, che e’ il piu’ vicino al canale di Suez, deve diventare il porto hub della Sicilia. Stiamo studiando il progetto insieme all’Autorita’ portuale della Sicilia”.

“La manutenzione delle strade statali in Sicilia e’ di competenza dell’Anas e io ho il diritto e il dovere di chiedere di mantenere in condizioni accettabili i 3.700 km di strade statali. L’Anas si muove come un pachiderma. Non e’ possibile che un cantiere Anas a Nord debba durare un anno e mezzo e al Sud cinque, sei o sette anni. Non e’ concepibile sulla Palermo-Catania ci siano 11 cantieri con 2-3 operai ciascuno”, ha detto il presidente della Regione Siciliana: “Il viadotto Himera – ha aggiunto – crollato più di quattro anni fa deve ancora essere inaugurato mentre a Genova c’e’ appena stata la prima gettata di cemento del ponte crollato meno di un anno fa. Voglio capire se noi siamo ancora Italia, tutto questo non puo’ prescindere da un’attenta vigilanza del ministero delle Infrastrutture”. “Se l’Anas avesse controllato la gestione della Cmc – ha poi aggiunto Musumeci – non saremmo arrivati a questo punto.

Invece, assistiamo all’agonia della Cmc, che ha determinato lo stallo in 2-3 grandi cantieri dell’Isola e una paralisi su un consistente indotto”.
“Sul potenziamento ferroviario della Catania-Palermo sento dire da Rfi che si potra’ fare nel 2025. Ma sono questi i tempi per rendere moderna e competitiva una regione cosi’ importante e strategica come la nostra Isola? Se non interviene il ministero su queste vicende chi altri deve intervenire?”, chiede Musumeci. In merito alla prossima nomina, da parte del ministro delle Infrastrutture, del commissario straordinario alla viabilita’ Siciliana (prevista dal Dl sblocca cantieri), il presidente della Regione riferisce di aver fatto una proposta al Mit. “Per il ruolo di commissario abbiamo indicato il provveditore alle opere pubbliche della Sicilia, Gianluca Ievolella. Ma ancora piu’ importanti del nome – ha aggiunto – sono altri due fattori: le deroghe alle vigenti procedure sugli appalti per accelerare gli interventi, e poi le risorse su cui poter contare. Noi abbiamo bisogno di 5-600 milioni di euro, che non abbiamo nel nostro bilancio”.

“Anche se non rientra nelle nostre competenze, abbiamo disposto una ricognizione su tremila ponti e viadotti sulle strade della Sicilia, per verificarne le condizioni di sicurezza”, ha rivelato Musumeci, riferendo che “e’ stato appena pubblicato il bando di gara rivolto ai professionisti”.

“Sul fronte del credito si sta correndo ai ripari. Devo dire che ci sono due elementi di novita’. Una e’ che la Regione ha rimesso in moto la propria banca. Noi abbiamo l’Irfis-FinSicilia che e’ la banca nata per sostenere le piccole e medie imprese. Sotto il precedente governo questa Irfis era diventata una banca competitiva con gli istituti tradizionali; noi abbiamo sottoscritto un’intesa con Mediocredito Centrale, Invitalia, Sace e Simest per aiutare le piccole e medie imprese e soprattutto alle start up’.

Per Termini Imerese Musumeci indica la strada dell’attrazione di capitali internazionali: “Noi vogliamo dire questo – ha detto il governatore siciliano: scusate avete un’area industriale che e’ a venti minuti dal porto Palermo, a 35 minuti dall’aeroporto di Palermo, sulla rete ferroviaria, sull’autostrada, c’e’ la Regione che e’ pronta a spendere 60 milioni per potenziare quell’area industriale. Dove la trovate un’opportunita’ del genere?
Venite in Sicilia ovunque voi siate: negli Stati Uniti, in Canada, nell’America del Sud’. Ma poi il presidente Musumeci ha precisato: ‘ Ma questo e’ un lavoro che dovrebbe fare il governo nazionale” che ancora non ha una “proposta concreta” per l’area.

Altro tema delicato è quello delle Zes: “Abbiamo 5.600 ettari da utilizzare in Sicilia, nella regione piu’ vasta d’Italia, e sono arrivate manifestazioni di interesse per 154mila ettari. Con quale criterio possiamo pensare di togliere 154mila ettari di possibili aree industriali? E’ una scelta assolutamente illogica del governo nazionale. Pero’ con grande difficolta’ abbiamo individuato i porti e i retroporti che sono le aree maggiormente vocate: da un lato stiamo andando a varare il piano strategico, quando siamo entrati non abbiamo trovato una carta, dall’altro lato apriremo un contenzioso con Roma, per chiedere loro di consentirci di avere qualche altra decina di migliaia di ettari”.

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