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I disavanzi della Regione siciliana analizzati in visione prospettica, per le refluenze che avranno sulle future generazioni, rivelano un dato drammatico: i cittadini siciliani dovranno fronteggiare fino al 2048 disavanzi per 12,460 miliardi e se vi si aggiunge l’ammontare del debito residuo della Regione si arriva a 13,655 miliardi.
E’ in sintesi la conclusione cui arriva la commissione di esperti nominata dall’assessore all’Economia Gaetano Armao: i quattro (l’ex dirigente generale del dipartimento Bilancio della Regione Giovanni sapienza, Maria Esmeralda Bucalo che è docente di diritto costituzionale all’Università di Palermo, Riccardo Compagnino che è esperto di controllo di conti pubblici e Raffaele Mazzeo anche lui esperto in controllo di conti pubblici) hanno approfondito le cause del disavanzo della Regione siciliana e nelle conclusioni della relazione consegnata all’assessore scrivono: “Non può non rappresentarsi l’elevato importo che dovrà essere coperto nei futuri esercizi fino al 20148, in base agli attuali piani di copertura, pari a 8,368 miliardi. Aggiungendo a tale importo l’ammontare dei disavanzi generati negli esercizi precedenti al 2018, già iscritti in bilancio (4,092 miliardi), si perviene a un totale dei disavanzi a carico della Regione pari a 12,460 miliardi”.
UMa non è finita perché poi i quattro esperti aggiungono: “Ove all’importo di 8,368 miliardi per disavanzi a carico degli esercizi 2018 e seguenti, si volesse aggiungere l’ammontare del debito residuo per mutui e prestiti obbligazionari determinato alla fine dell’esercizio 2017, pari a 5,287 miliardi (al netto delle anticipazioni di liquidità), si perverrebbe a un totale complessivo di oneri a carico degli esercizi successivi al 2017, pari a 13,655 miliardi, che graverebbe pesantemente sulle future generazioni”. E ancora: “Le modalità con cui recuperare il disavanzo in relazione all’entità rilevante dell’importo incidono inevitabilmente sugli investimenti e producono rilevanti effetti sull’attuazione di politiche finanziarie e fiscali per la crescita in Sicilia”.
Tra l’altro possibili futuri approfondimenti sarebbero necessari visto che la commissione, si legge nella relazione, “non ha potuto prendere visione della documentazione analitica disponibile presso i vari assessorati relativa alla cancellazione o rimodulazione dei residui in sede di accertamento straordinario 2015, a supporto della delibera di Giunta 204 del 10 agosto 2015”. Non è stato possibile poi acquisire, scrivono gli esperti, il documento “inerente alla rinuncia ai contenziosi con lo Stato in materia finanziaria, documento consegnato dal precedente assessore ai deputati dell’Ars”. E sono rimaste prive di chiarimenti richiesti alcune tabelle allegate alla relazione della Regione al rendiconto per l’esercizio 2017 e alla nota integrativa al Bilancio di previsione per il triennio 2019-2021.