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Le reti di impresa nel 2017 sono cresciute del 35% rispetto al 2016. Adesso sono 4.223, con 22.421 aziende coinvolte. Per questo il 2018 sarà «l’anno delle reti di impresa, strumento formidabile per far decollare la crescita finalmente a livello della media europea», sostiene Antonello Montante, presidente di RetImpresa per Confindustria in un intervento pubblicato oggi sul Sole 24 Ore dove lancia proposte per incentivare il fenomeno anche attraverso la defiscalizzazione del costo del lavoro e la creazione di un fondo unico ad hoc.
Le reti di impresa, sottolinea Montante, cresceranno «facendo leva su asset strategici come l’innovazione, l’internazionalizzazione, l’economia circolare, il welfare, la semplificazione, il made-in, la valorizzazione degli attrattori turistici e dei beni culturali. Con un effetto di sistema importantissimo sul territorio perché le reti connettono le filiere, integrano manifattura, servizi e logistica, aiutano le piccole e medie imprese a fare massa critica per migliorare le condizioni del credito, realizzare investimenti importanti anche in chiave tecnologica, competere su scenari internazionali, stimolare un’offerta qualitativa aggregata nel mercato dei contratti, sia con i grandi committenti pubblici sia con quelli privati».
La crescita delle reti è avvenuto anche a livello associativo di RetImpresa (l’Agenzia di Confindustria che si occupa di questo settore) con un aumento del 30% e con un fenomeno economico e giuridico in costante evoluzione, che coinvolge 372.000 lavoratori, 89 miliardi di fatturato aggregato e 20 miliardi di valore aggiunto aggregato, come scrive Montante sul quotidiano economico. E cosa più importante, questi sistemi hanno saputo resistere e reagire meglio e con maggiore rapidità alla recessione.
Secondo Montante «ci sono tutte le condizioni per far sì che il contratto di rete divenga uno dei principali strumenti di politica industriale su prioritari ambiti di interesse per Confindustria, tra i quali il Piano Industria 4.0, l’economia circolare, l’internazionalizzazione e il rilancio industriale delle aree di crisi del Paese» per questo è arrivato «il momento di far partire politiche pubbliche attente e coerenti per consentirne una diffusione ancora più capillare e un definitivo salto di qualità». Su questo stanno lavorando Confindustria e RetImpresa che alle istituzioni chiedono «il riconoscimento di incentivi e misure premiali che sostengano la costituzione e la crescita di reti sui progetti strategici, in particolare in materia di innovazione, lavoro, sostenibilità ambientale e reindustrializzazione».
Per quanto riguarda l’innovazione diventa fondamentale, per Montante, lavorare insieme alla Rete nazionale dei Digital Innovation Hub confindustriali e agli altri attori, pubblici e privati, coinvolti nell’attuazione del Piano Industria 4.0 e propone «un meccanismo di defiscalizzazione totale del costo del lavoro per le reti che assumono in maniera stabile giovani nei programmi di sviluppo di innovazione in rete, in chiave industria 4.0».
Inoltre, RetImpresa ha avviato una «collaborazione con la Conferenza delle Regioni per monitorare negli anni l’impatto e l’incidenza che le politiche regionali di agevolazione possono avere sullo sviluppo delle reti e per definire una strategia di azioni condivisa, migliorando l’intensità e l’approccio degli incentivi regionali verso le reti». Con un dato da cui partire: solo il 15% del totale dei fondi concessi è andato effettivamente alle reti. «Questo significa – sottolinea Montante – che esse costituiscono un fenomeno assolutamente spontaneo delle imprese e indipendente dall’incentivo». Anche se ora l’incentivazione darebbe nuovo impulso a questo fenomeno, promuovendo soprattutto le reti multi-regionali e gli accordi tra Regioni, anche attraverso la creazione di un fondo nazionale unico ad hoc.