“Analizzando il budget 2017 della Rap, la società che si occupa della raccolta rifiuti a Palermo – non risulta pubblicato il bilancio 2016 – emerge la singolare circostanza della graduale privatizzazione di servizi tipici di questa azienda, che piuttosto che essere affidati ai circa 2000 dipendenti della Rap per i quali sono stanziati circa 84 milioni di euro annui (oltre circa 2 milioni per i cd progetti obiettivo) sono invece sistematicamente affidati all’esterno”. A fare i conti alla società totalmente controllata dal Comune di Palermo è Nadia Spallitta portavoce cittadina dei verdi che ha fatto le pulci ai docuimenti contabili della società (quelli disponibili ovviamente) che cura la raccolta dei rifiuti a Palermo: “Nel budget 2017 le somme stanziate per servizi affidati a privati, ammontano a ben 35 milioni annui – spiega Nadia Spallitta -. Di questi, 16 milioni di euro, riguardano le terziarizzazioni. Con questo termine la RAP si riferisce ad esempio all’affidamento esterno della raccolta differenziata per circa 4 milioni di euro; allo smaltimento del percolato che costa 5 milioni, o ancora ai servizi esternalizzati di supporto al TMB (trattamento meccanico biologico) per circa 7 milioni di euro, ( il costo di gestione del TMB è di 13 milioni); ma si appalta ai privati anche il lavaggio di mezzi e cassonetti, circa 500mila euro, la manutenzione ordinaria di bene e di mezzi, per circa 3milioni di euro e poi una serie di attività minori; ad esempio si affida all’esterno lo smaltimento dei rifiuti abbandonati (200mila euro).A questi si aggiungono altri servizi esterni, la vigilanza degli impianti, (300mila di euro), numerose prestazione professionale (600mila euro); si pagano ingenti canoni di manutenzione dei mezzi (4 milioni di euro). O ancora si affidano all’esterno le manutenzioni ordinarie (3 milioni di euro). Altra voce rilevante riguarda i fitti passivi ed i noleggi dei mezzi (4 milioni, di cui circa un milione per l’ affitto delle sede)”.
Per l’ex vicepresidente del consiglio comunale di Palermo non esiste alcuna “politica di contenimento dei costi per i consumi (consumo di carburante: 5 milioni; energia elettrica 1,2 milioni). Come poi vengano appaltati all’esterno questi ed i tanti sevizi, che probabilmente potrebbero, almeno in parte, essere svolti dal personale interno, non è dato saper per il difficile accesso al sito della RAP. Il tutto senza che il consiglio comunale analizzi ed approvi bilanci e budget, e quindi nella più totale assenza di controlli. In particolare non viene esercitato l’obbligatorio controllo analogo. In compenso il comune continua ad erogare – salvo ritardi – rilevanti somme per la gestione della società. Circa 135 milioni annui complessivamente nelle previsioni del 2017, buona parte delle quali derivanti dalle entrate della TARI. Nel 2016 le entrate accertate per la tari sono state pari 118 milioni”.
Ed è una situazione che sembra ripetersi anche nel 2018. “Il relativo budget mantiene i costi elevati per servizi esternalizzati (oltre 32 Milioni) – dice Nadia Spallitta – Con un utilizzo non condivisibile delle risorse pubbliche ed in assenza di una programmazione efficace di razionalizzazione e contenimento della spesa. Dimensione che a mio avviso già determina una situazione di sofferenza finanziaria e di crisi della RAP, che più che all’evasione fiscale, deve ricondursi a scelte economiche viziate, agli appalti esterni reiterati ed onerosi, al mancato raggiungimento delle percentuali di differenziata, ad una visione assolutamente inadeguata e consumistica del rifiuto. Ciò che in altri paesi rappresenta, occasione di guadagno e di lavoro, da noi è solo un costo, che ricade pesantemente ed ingiustamente sulla nostra collettività”.