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Quest’anno non più compiti di matematica, ma laboratori per imparare a giocare a bridge e allenare la mente.
Il bridge è uno sport della mente che aiuta a fare rapidi calcoli di base e a valutare le probabilità e le percentuali. È un gioco che va insegnato con cura e necessita di impegno da parte di chi lo pratica per la prima volta. Ma se ci si appassiona non lo si lascia più.
I ragazzi, che desiderano impararlo, possono iscriversi ai mini-corsi organizzati presso le Associazioni della Federazione Italiana Gioco Bridge (le stesse che una volta si chiamavano Circoli del bridge), presenti in quasi tutte le città italiane.
Le informazioni sono facilmente consultabili sul sito della Federazione Italiana Gioco Bridge – www.federbridge.it – dove si possono reperire i dati dell’associazione più vicina alla città di residenza e verificare le date di inizio dei corsi per principianti e di quelli di perfezionamento.
La prima lezione è gratuita e introduce le nozioni del gioco del bridge. Si continua con la tattica, a cominciare dal piano di gioco con i metodi di attacco e difesa e i segnali, fino ad arrivare alla dichiarazione e al gioco vero e proprio.
“Il legame esistente tra il gioco del bridge e la matematica permette ai giovani studenti di sviluppare il pensiero analitico e logico e di migliorare i processi di ragionamento. Giocare a bridge esercita la mente, favorisce l’aggregazione e la socializzazione fra i giovani, inoltre potenzia la concentrazione, l’autocontrollo, le capacità di analisi e lo sviluppo di strategie tattiche e di calcolo”, dichiara la Prof.ssa Maria Grazia Callea, docente di matematica presso l’Istituto Ettore Majorana di Palermo e appassionata bridgista, che per l’estate lascia compiti particolari ai ragazzi. “Il mio consiglio è quello di utilizzare il periodo estivo per imparare a giocare a bridge ed organizzare delle partite tra amici o presso le Associazioni (ex Circoli) presenti in tutte le province italiane. È un gioco, ma anche uno sport della mente che migliora le proprie capacità matematiche con un notevole innalzamento del rendimento scolastico. Dal calcolo delle probabilità al ragionamento per trovare la soluzione al problema, i ragazzi fanno un importante salto di qualità”.
Un altro progetto innovativo è il bridge come alternanza scuola lavoro. È quanto proposto dalla Prof.ssa Ina Salerno del Liceo Scientifico Benedetto Croce di Palermo: “Nel corso dell’anno scolastico appena finito, in collaborazione con le Associazioni Bridge Addaura e Bridge Palermo, è stato realizzato un nuovo percorso didattico che ha entusiasmato gli oltre 20 ragazzi che hanno partecipato al progetto bridge come alternanza scuola-lavoro. Oltre all’attività agonistica con i campionati siciliani studenteschi, l’aspetto più importante è stato acquisire un metodo di lavoro che consiste nel valutare il problema, raccogliere le informazioni sia dirette che indirette, analizzarle e trovare la soluzione. Il bridge, inoltre, insegna a diventare un “team player”, giocando e lavorando in squadra. Una qualità essenziale nel mondo del lavoro di oggi”.
L’importanza dell’uso dei giochi di strategia per l’insegnamento della matematica è una cosa nota. Questo non è un caso isolato, ma si tratta di un fenomeno a livello mondiale. Ovunque si è osservato quanto questo tipo di attività costituiscano un efficace strumento didattico. L’interesse degli studenti è subito attirato dai meccanismi del bridge e tutti si sentono coinvolti già dalle prime lezioni. Poi, lezione dopo lezione, la voglia di apprendere e, soprattutto di vincere, appassiona i ragazzi: è qui che inizia il percorso matematico.
Dal 1993 il bridge in Italia è una disciplina riconosciuta dal C.O.N.I. come sport della mente, dal 1994 invece la Federazione Gioco Bridge ha dato vita, con il patrocinio del C.O.N.I. ed il consenso del Ministero della Pubblica Istruzione, ad un’ambiziosa iniziativa: il Progetto “Bridge a Scuola”. Da allora il Progetto si è sviluppato e articolato al punto che sono oltre seicento le Scuole che hanno aderito all’iniziativa e quasi diecimila gli studenti che si sono approcciati al gioco del Bridge cogliendone la sua valenza educativa.
Il bridge dà inoltre l’opportunità di girare il mondo. È di esempio Andrea Manno, top player internazionale, laureato in matematica applicata, che ci racconta il suo intenso programma estivo: “A metà giugno andrò a Istanbul per i campionati europei, mentre a luglio sarò prima in Cina per i campionati e poi negli USA a Las Vegas per i “Nationals “americani. Il bridge rappresenta una grande opportunità di allargare i propri confini, di fare nuove amicizie, di incontrare al tavolo da gioco personaggi come il grande Omar Sharif o Bill Gates e soprattutto di conoscere altri paesi e culture diverse”.