Si è svolto ieri a Catania, presso l’NH Hotel Parco degli Aragonesi, il primo appuntamento del programma “La sfida della sostenibilità – Stakeholders a confronto”, organizzato da Manageritalia Sicilia. Con oltre 120 partecipanti tra rappresentanti istituzionali, imprenditori e giovani universitari, l’evento dal titolo “Verso un futuro sostenibile” ha inaugurato un ciclo di incontri in cinque […]
La Sicilia si conferma una delle regioni italiane con maggiori difficoltà per i giovani, sia per quanto riguarda l’occupazione che l’accesso a politiche di supporto efficaci. Con una percentuale di Neet (giovani che non studiano né lavorano) vicina al 45% e un tasso di disoccupazione giovanile che raggiunge il 31,2%, la situazione è critica, in netto contrasto con la media nazionale del 16,7% e quella europea dell’11,2%.
I numeri della crisi giovanile in Sicilia
Ogni anno, circa 50.000 giovani lasciano la Sicilia, non solo per la mancanza di opportunità lavorative, ma anche a causa delle condizioni spesso precarie e senza prospettive che caratterizzano molti dei lavori disponibili. Secondo Giuseppe Raimondi, segretario regionale della Uil, “il contratto di apprendistato, una volta molto diffuso, è stato in gran parte sostituito da tirocini che non garantiscono un’assunzione stabile”. Questo fenomeno non solo riduce le possibilità di crescita professionale per i giovani, ma contribuisce anche a un senso di sfiducia verso le istituzioni e il mercato del lavoro.
Garanzia Giovani 2 e Par Gol Sicilia: Flop delle politiche giovanili
Le politiche giovanili europee e nazionali, come “Garanzia Giovani 2” e il “Target 1 del Par Gol Sicilia”, non sono riuscite a portare i risultati sperati. Solo 5.000 giovani hanno beneficiato delle misure previste da Garanzia Giovani 2, rispetto alle 160.000 adesioni registrate nella prima fase del programma. Gabriella Messina, segretaria regionale della Cgil, sottolinea la necessità di un cambio di rotta: “Il governo regionale deve coordinare meglio le azioni riguardanti le politiche giovanili e garantire un coinvolgimento diretto di tutti i portatori di interesse”.
Anche il programma triennale per le politiche giovanili 2024-2026 è stato adottato senza una consultazione preventiva e senza un’adeguata analisi del contesto regionale. Secondo i sindacati, questo ha portato a un piano scollegato dalla realtà e incapace di rispondere alle esigenze concrete dei giovani siciliani.
L’appello dei sindacati al governo regionale
I sindacati Cgil e Uil chiedono al governo Schifani di cambiare approccio e di creare un vero dialogo con i giovani e le associazioni giovanili. “È necessario che le politiche giovanili siano declinate trasversalmente”, afferma Messina, aggiungendo che è indispensabile un’analisi complessiva che includa tematiche come il diritto allo studio, le basse retribuzioni, le criticità attuali e future, per arrivare a definire le opportunità concrete da offrire ai giovani siciliani.
L’obiettivo è evitare che le giovani generazioni, già colpite dalla crisi e dalla precarietà, paghino il prezzo più alto delle scelte politiche, come l’autonomia differenziata. “Non possiamo permettere che le legittime aspettative dei giovani di un futuro migliore nella propria terra vengano tradite”, concludono i sindacati.
Conclusioni
La Sicilia si trova di fronte a una sfida cruciale: offrire ai propri giovani opportunità reali per restare e costruire un futuro dignitoso. La collaborazione tra governo regionale, associazioni giovanili e sindacati è essenziale per sviluppare politiche efficaci e inclusive. Solo con un approccio coordinato e trasversale si potrà frenare l’emorragia di giovani talenti e invertire la rotta verso un futuro più sostenibile e prospero.