Si è svolto ieri a Catania, presso l’NH Hotel Parco degli Aragonesi, il primo appuntamento del programma “La sfida della sostenibilità – Stakeholders a confronto”, organizzato da Manageritalia Sicilia. Con oltre 120 partecipanti tra rappresentanti istituzionali, imprenditori e giovani universitari, l’evento dal titolo “Verso un futuro sostenibile” ha inaugurato un ciclo di incontri in cinque […]
Una richiesta urgente di incontro è stata inviata questa mattina da trenta Comuni del comprensorio Termini – Madonie e dall’Ente Parco delle Madonie al presidente della Regione, Nello Musumeci, all’assessore ai Beni Culturali, Sebastiano Tusa e alla soprintendente dei Beni Culturali di Palermo, Lina Bellanca. I Sindaci del palermitano chiedono un incontro immediato per discutere il Piano paesaggistico della Regione perché “partendo da una analisi sbagliata – si legge nel documento – tale piano propone di estendere a dismisura le zone di inedificabilità assoluta e rendere più stringenti i divieti e le prescrizioni all’interno delle aree soggette a vincolo paesaggistico”.
Nella lettera, i sindaci evidenziano inoltre un altro grave problema del nuovo Piano paesaggistico “poiché esso discende dal Piano Forestale Regionale, uno strumento non idoneo alla pianificazione urbanistica, realizzato mediante foto interpretazione di immagini aeree che escluderebbe una lettura puntuale dei luoghi”.
L’intento dei sindaci, mantenendo saldi i principi di tutela del territorio e delle comunità che amministrano, è di avviare un confronto diretto con il Governo regionale per evitare di “mummificare” interamente delle aree, sulla base di dati errati e analisi non condivise, bloccando qualsiasi forma di sviluppo e scoraggiando così nuove attività e imprese.
“Da primi cittadini – concludono la lettera – sostenuti anche dai Presidenti dei Consigli comunali, organi deputati all’approvazione degli strumenti urbanistici, sentiamo forte il peso della responsabilità, rispetto a quanto la Regione ci propone con questo Piano Paesaggistico, e non possiamo rimanere inermi di fronte alle conseguenze sfavorevoli che lo stesso potrebbe avere sui comuni della provincia, se venisse definitivamente approvato”.