Si è svolto ieri a Catania, presso l’NH Hotel Parco degli Aragonesi, il primo appuntamento del programma “La sfida della sostenibilità – Stakeholders a confronto”, organizzato da Manageritalia Sicilia. Con oltre 120 partecipanti tra rappresentanti istituzionali, imprenditori e giovani universitari, l’evento dal titolo “Verso un futuro sostenibile” ha inaugurato un ciclo di incontri in cinque […]
Nel corso del 2020, attraverso i suo impianti, Siciliacque è riuscita a produrre circa 5.500.000 Kwh di energia elettrica da fonti rinnovabili (in particolare idroelettrico e solare), riducendo così l’impatto sull’ambiente e minimizzando i consumi nella gestione del ciclo dell’acqua.
È questo uno dei principali dati contenuti nel bilancio di sostenibilità di Siciliacque, approvato ieri dal Consiglio d’amministrazione. “Un risultato importante – commenta l’amministratore delegato Stefano Albani – ottenuto in un anno caratterizzato dalla pandemia, che ha condizionato le nostre attività lavorative. Malgrado le difficoltà dovute al Covid e una situazione contingente di emergenza socio-economica, i nostri stakeholder (per la stragrande maggioranza portatori d’interesse locali) hanno potuto beneficiare di un valore economico distribuito pari a 37 milioni di euro. Tanto ha generato l’attività di Siciliacque che, nel solco della sostenibilità, è riuscita pure ad accelerare in modo significativo i processi d’innovazione e digitalizzazione”.
Sin dal 2009, Siciliacque si è infatti impegnata a ridurre le emissioni di gas climalteranti e, attraverso il bilancio di sostenibilità, ha introdotto la misurazione della Carbon Footprint (la cosiddetta “impronta di carbonio”): parametro che stima le emissioni in atmosfera di gas serra generati dalle attività dell’azienda. “Alla Carbon Footprint, in linea sostanzialmente con quella registrata nell’anno precedente, abbiamo inoltre affiancato, la misurazione della Water Footprint (“impronta idrica”) – prosegue Albani –. Si tratta dell’analisi del consumo d’acqua e dei fenomeni di inquinamento che si sviluppano lungo le catene produttive, in modo tale da valutare la sostenibilità degli usi idrici e individuare dove e come tutelare la risorsa naturale”.
Per poter gestire al meglio il patrimonio in concessione (13 acquedotti per un totale di circa 1950 chilometri di rete, oltre a impianti a tecnologia avanzata), Siciliacque ha fissato un altro obiettivo a medio termine: affiancare all’automazione degli impianti, già implementata da alcuni anni, la completa manutenzione predittiva su tutte le infrastrutture idriche.
“È nostra intenzione – conclude Albani – erogare un servizio sempre più resiliente, improntato all’uso efficiente dell’acqua, alla capacità di governare assieme alle istituzioni preposte l’erogazione anche in periodi di crisi idrica dovuta alla siccità, come quella tutt’ora in corso, ad una maggiore attenzione nei confronti del cittadino-utente. Un’azienda come la nostra che opera nel contesto regionale nel settore dei servizi idrici, settore che deve ancora trovare una sua piena ‘maturità’, ha la grande responsabilità di portare l’esempio di pratiche corrette e di concreta applicazione di comportamenti che contribuiscano alla transizione ecologica. Dobbiamo fare ancora di più, sfruttando proprio il fatto che il valore della sostenibilità sia ormai entrato a far parte del dna di Siciliacque. Per questo crediamo che la revisione del nostro Piano triennale Strategico 2021-2023, che dovremo affrontare nei prossimi mesi, sia il mezzo concreto per diventare ancora più sostenibili”.